domenica 26 aprile 2009

MERCOLEDì 29 APRILE VILLAMIRAFIORI APERITIVO
















Dopo l'organizzazione della tavola rotonda "il prisma della prostituzione", ProgettoBETA, a partire da aprile, non rientra più tra le "iniziative culturali a cura degli studenti". Vogliamo però dar seguito al lavoro svolto in questi mesi, con il progetto di dar vita ad altre iniziative. Il gruppo di studio ProgettoBeta continua a incontrarsi con scadenza settimanale, il martedì a villa Mirafiori.

venerdì 24 aprile 2009

venticinque aprile


Al Pigneto. Giardini Persiani Nuccitelli. Quartiere in festa, due giorni di Liberazione.

















Corteo a S. Lorenzo. "I muri parlano".










25 aprile 2008, Lisasfa, Casablanca. Al mattino gli operai entrano nella fabbrica di materassi di Rosamore, ognuno al proprio piano, le porte vengono chiuse per evitare i furti di materie prime fino alla fine del turno di lavoro. Griglie alle finestre, nessuna uscita di soccorso né porte frangifuoco. Gli estintori vuoti. Si lavora per 350 dirhams (30 euro) la settimana, senza garanzie né coperture sociali (su 220 operai, 40 sono dichiarati alla Cnss). Condizioni di lavoro considerate comunemente arcaiche ma che, in realtà, rappresentano le punte avanzate e più “moderne” di alcune forme di accumulazione. In simili condizioni le possibilità di incidenti non possono che essere all’ordine del giorno. Cosa che si è puntualmente verificata. Un corto circuito al piano terra, l’incendio divampa rapidamente tra materiali quali quelli dei materassi, altamente infiammabili e tossici. Il secondo piano, il reparto femminile del cucito, è blindato. Nelle tre ore che è durato l’incendio, subitanei sforzi sono stati rivolti a salvare la produzione, stoccata al piano terra insieme ai macchinari, mentre ai piani superiori si muore imprigionati di asfissia e ustioni. 55 operaie bruciate vive, un numero imprecisato di feriti.
L’episodio riportato non è un’eccezione e lungo questo anno incendi e morti sul lavoro sono stati all’ordine del giorno, non solo in Marocco ma anche in Italia e nel cosiddetto “Primo mondo”.
Oggi vogliamo ricordare le operaie tessili di Casablanca a un anno di distanza e, in occasione della festa nazionale di Liberazione dal nazifascismo, contro lo sfoggio di tricolori, rievocare quei tratti di lotta internazionalista e antimperialista che appartennero alla Resistenza accanto al suo carattere di liberazione nazionale, ovvero quei tratti smantellati all’indomani stesso della liberazione da quelle forze tradizionali ansiose di cambiar le cose il meno possibile.
Vogliamo ricordare tutte le donne coinvolte nella resistenza, protagoniste e artefici di quella fondamentale esperienza di lotta, il cui ricordo oggi significa l’ininterrotta opposizione a ogni vecchia e nuova forma di oppressione e sfruttamento, di classe e di genere.
«Nella lotta attiva contro il fascismo nel periodo clandestino, e poi nella lotta armata, debbo dire di avere incontrato un numero pari, a occhio e croce, di uomini e di donne. La grande tensione morale di quei momenti, che imponeva una chiara scelta di fondo, esercitava un’azione particolarmente dirompente e liberatoria sulle operaie, casalinghe povere e massaie rurali tartassate dalle campagne demografiche, dalla pressione economica, dall’assenza degli uomini militarizzati nelle imprese imperiali. L’adesione alla Resistenza coinvolgeva generalmente l’intera famiglia, dai nonni, alle donne, ai bambini; i casi in cui un militante antifascista doveva rompere coi familiari per contrasti politici, molto frequenti nei ceti borghesi, erano molto rari tra i contadini e gli operai. E naturalmente la famiglia coinvolta nella Resistenza cessava subito di essere una famiglia tradizionale e patriarcale; i nuovi rapporti col mondo esterno bruciavano i vecchi rapporti interni, e il collettivo democratico prendeva forma immediatamente.» (Joyce Lussu, partigiana e scrittrice, in Padre, padrone, padreterno, Mazzotta 1976)
25 aprile 2009

giovedì 23 aprile 2009

Segnalazione degli irregolari, ronde e detenzione nei Cie - Moneta di scambio tra Pdl e Lega

Riunione tra i partiti della maggiornaza. Intese e accordi sulla pelle dei migranti
Bocciate alla camera durante la discussione per la conversione in legge del decreto legge n. 11 (anti-stupri), le norme sul prolungamento dei tempi di detenzione nei Cie e sull’istituzione delle ronde sono ancora terreno di discussione tra i partiti della maggiornaza.

La moneta di scambio sembra essere proprio la tanto contestata norma sulla cancellazione del divieto di segnalazione dei migranti irregolari da parte del personale medico e ospedaliero, contenuta nel disegno di legge 733 (alla camera 2180), il pacchetto sicurezza all’esame delle commissioni alla Camera e che presto verrà sottoposto alle votazioni dell’assemblea parlamentare.
Se il Carroccio non ha intenzione di cedere su Cie e ronde, il pdl chiede allora di rivedere la norma sui medici-spia che più rischia di incrinare il consenso e di minare la stessa compattezza della maggioranza.

In questi mesi sul tema della segnalazione ci sono state innumerevoli iniziative in tutta Italia, prese di posizioni da parte di tutto il mondo della sanità e pure l’annuncio, dell’Ordine dei medici, di sanzioni disciplinari per violazione del codice deontologico. Nella stessa maggiornaza, una lettera sottoscritta da oltre cento parlamentari ha chiesto la cancellazione del tanto discusso articolo.

Rinviare la questione del divieto di segnalazione ad un nuovo e specifico disegno di legge, questa sembra l’ipotesi emersa nella riunione tra Pdl e Lega, reinserendo nel paccetto sicurezza alla Camera, ronde e prolungamento dei centri di detenzione.

Quest’ultima norma, oltre alla bocciatura alla Camera nella votazione sul decreto legge 11/2009 era già stata bocciata al Senato durante la discussione sul paccetto sicurezza.
Ma il Viminale non è disposto a fare a meno dell’incarcerazione nei Cie.

Ancora la vita di migliaia di persone diventa moneta di scambio, ancora la politica gioca sulla pelle dei migranti.

Nicola grigion, progetto Melting Pot Europa
mercoledì 22 aprile 2009

IL DECRETO SICUREZZA OGGI AL SENATO

Laura della Pasqua
22/04/2009

Rinviati ronde e immigrati ma il governo rassicura la Lega
Oggi il voto finale nell'Aula del Senato. La maggioranza si impegna a ripristinare le norme del Carroccio rimaste fuori dal testo.

Eliminate nel corso dell'esame del decreto sicurezza alla Camera, le due norme sul prolungamento della detenzione degli immigrati nei centri di identificazione ed espulsione (Cie) e sulle ronde, saranno ripristinate in un secondo momento. La Lega non ha rinunciato a far valere le sue ragioni e ieri Federico Bricolo, presidente dei senatori del Carroccio ha spiegato che il «trattenimento degli stranieri irregolari e forme di volontariato per la sicurezza sono stati richiamati in due ordini del giorno».

La conseguenza è stata che l'assemblea ha approvato un ordine del giorno del Carroccio che impegna il governo a ripristinare le norme sulle ronde e sulla durata degli immigrati clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione. È questo l'esito della giornata di votazioni sul decreto sicurezza a Palazzo Madama. Il via libera definitivo nell'Aula del Senato ci sarà oggi. L'Italia dei Valori non ha presentato emendamenti spiegando che il decreto «risponde a una reale necessità dei cittadini e non c'è l'intenzione di fare un'opposizione fine a se stessa». Intanto l'Associazione nazionale dei magistrati, ascoltata dalle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera, ha sollevato dubbi di costituzionalità su alcune norme del decreto e ha chiesto al Parlamento di modificarle.

Nel mirino del sindacato delle toghe soprattutto la norma che disciplina le ronde, il «massiccio ricorso» alla sanzione penale per comportamenti di scarsa o nulla offensività, le norme che obbligano i medici a segnalare i clandestini all'autorità e le disposizioni in materia di iscrizione alla anagrafe dei figli di immigrati clandestini. In sostanza l'Anm sostiene che viene messo in discussione il principio costituzionale che impone il ricorso alla sanzione penale come extrema ratio e solo per comportamenti realmente offensivi di beni di rilievo. L'Anm ha poi espresso seri dubbi di compatibilità costituzionale delle disposizioni in materia di iscrizione alla anagrafe dei figli di immigrati clandestini e in materia di segnalazione di immigrati clandestini da parte delle strutture sanitarie pubbliche.

Dubbi di legittimità costituzionale anche sull'uso delle ronde «per la tutela dell'ordine pubblico». Nell'Aula del Senato, il ministro Carfagna è intervenuta insistendo sulla necessità di punire il reato di stalking. E ha tirato fuori alcune cifre. Da quando è entrato in vigore il decreto, «ci sono stati 102 arresti per stalking mentre altre 132 persone sono state denunciate. In totale, 234 persone in soli 2 mesi». «Inoltre - rivela Carfagna - sono aumentate del 136% le telefonate per denunciare violenze al 1522, che presto diventerà il numero verde per denunciare anche i casi di stalking». «I numeri - osserva il ministro delle Pari Opportunità - parlano e dicono che in Italia c'era bisogno dell'introduzione del reato di stalking».

Il Pd ha votato un emendamento del senatore D'Alia dell'Udc che prevedeva un piano straordinario di assunzioni, finanziato con 150 milioni all'anno a partire dal 2009, per le forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo forestale, del Corpo della polizia penitenziaria.

È legge il decreto antistupri. L'abc del provvedimento

di Nicoletta Cottone
Il Sole24ore, 22 APRILE 2009

È legge il decreto antistupri. Con il via libera definitivo del Senato al decreto sicurezza arriva l'arresto obbligatorio in flagranza per violenza sessuale e di gruppo e per atti sessuali con minorenni, viene inserito nel codice penale il reato di stalking, arrivano misure di ammonimento e allontanamento dalla vittima per lo stalker. Previsto anche il gratuito patrocinio per le vittime di stupri, a prescindere dal reddito. La violenza sessuale, gli atti sessuali con minorenni e la violenza sessuale di gruppo sono aggravanti speciali del delitto di omicidio, che determinano la previsione dell'ergastolo. Più difficile per chi compie delitti a sfondo sessuale ottenere benefici penitenziari come l'assegnazione al lavoro all'esterno, i permessi premio e le misure alternative alla detenzione. Arriva un numero verde in aiuto delle vittime di atti persecutori. Nel provvedimento anche il piano straordinario per la sicurezza che autorizza, fra le altre, i Comuni a impiegare sistemi di videosorveglianza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico per tutelare al sicurezza.

Il voto bipartisan ottenuto dal provvedimento a Palazzo Madama (261 sì, 3 no e un astenuto) è frutto dell'eliminazione alla Camera delle contestate norme sulle ronde e sul prolungamento fino a sei mesi della permanenza degli immigrati clandestini nei Centri di identificazione e espulsione. Ci sono poi alcune norme introdotte nel provvedimento che hanno contenuti diversi rispetto al tema della sicurezza. Viene, per esempio, posticipato il termine a partire dal quale gli operatori di telefonia saranno tenuti a conservare i dati relativi alle chiamate senza risposta (occupato, libero e non risponde, non raggiungibile, occupato non raggiungibile). Poi norme sul reclutamento degli ufficiali dei Carabinieri, norme interpretative sul Fondo unico di giustizia e sull'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro che riguarda le Forze di polizia e le forze armate. Ecco l'abc delle disposizioni contenute nella legge di conversione del decreto sicurezza.

Aggravanti del delitto di omicidio (articolo 1). Con due modifiche all'articolo 576 del Codice penale si prevede come aggravanti speciali del delitto di omicidio, che determinano la previsione dell'applicazione dell'ergastolo, il fatto che esso sia commesso in occasione della commissione del delitto di violenza sessuale, di atti sessuali con minorenne o di violenza sessuale di gruppo, o da parte dell'autore del delitto di atti persecutori (stalking) nei confronti della stessa persona offesa.

Ammonimento allo stalker (articolo 8). Fra gli strumenti di tutela che, possono intervenire anticipatamente rispetto alla pronuncia di una sentenza, con lo scopo di dissuadere lo stalker dal condurre a ulteriori conseguenze il proprio comportamento persecutorio viene introdotto un ammonimento ante causam demandato all'autorità di pubblica sicurezza su richiesta della vittima. La persona offesa può esporre i fatti all'autorità di pubblica sicurezza, avanzando al questore richiesta di ammonimento nei confronti dell'autore della condotta. La richiesta dovrà essere trasmessa al questore senza ritardo. Il questore dovrà assumere, se necessario, informazioni dagli organi investigativi e dovrà sentire le persone informate dei fatti. Se l'istanza è fondata, il questore ammonisce oralmente il soggetto, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge. Viene redatto processo verbale, copia del quale è rilasciata al soggetto che ha richiesto l'ammonimento e al soggetto ammonito. Il questore deve anche valutare l'eventuale adozione di provvedimenti in materia di armi e munizioni. Previsto l'aumento della pena per il reato di atti persecutori nei confronti del soggetto già ammonito. Disposta la procedibilità d'ufficio.

Arresto obbligatorio per violenza sessuale (articolo 2). Sono stati inseriti nella lista dei reati per cui è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza la violenza sessuale, la violenza sessuale di gruppo, gli atti sessuali con minorenni, salvo che ricorrano le circostanze attenuanti contemplate.

Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro, norma interpretativa (articolo 12-bis). Norma interpretativa relativa all'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro: si stabilisce che gli articoli 1 (attività protette) e 4 (persone assicurate) del Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (Dpr 1124/1965) non si applicano al personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, che rimangono disciplinate dai rispettivi ordinamenti, fino al complessivo riordino della materia.

Benefici penitenziari (articolo 3). Più difficile per i condannati per alcuni delitti a sfondo sessuale (indizione e sfruttamento della prostituzione minorile, produzione e commercio di materiale pornografico minorile, violenza sessuale di gruppo) l'accesso ai benefici penitenziari (ossia l'assegnazione al lavoro all'esterno, i permessi premio e le misure alternative alla detenzione previste dal Capo VI dell'ordinamento penitenziario, esclusa la liberazione anticipata). Paletti anche per atti sessuali con minore di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, cessione di materiale pornografico minorile e turismo sessuale. I benefici penitenziari possono essere concessi solo sulla base dei risultati dell'osservazione scientifica della personalità condotta collegialmente per almeno un anno ai detenuti o internati per violenza sessuale semplice o aggravata, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale di gruppo.
Conservazione dati telefonia (articolo 12-ter). Viene posticipato il termine a partire dal quale gli operatori di telefonia saranno obbligati a conservare i dati relativi alle chiamate senza risposta. Si tratta di dati da conservare relativi ai differenti casi di non risposta in «occupato» o «libero non risponde» o «non raggiungibile» o «occupato non raggiungibile» o altre fattispecie. Per quanto riguarda le chiamate originate da rete mobile e terminate su rete mobile o fissa, i dati devono essere resi disponibili dagli operatori di rete mobile a far data dal 31 dicembre 2009. Per quanto riguarda le chiamate originate da rete fissa e terminate su reti fisse o mobili, le informazioni relative alle chiamate senza risposta generate dai clienti collegati alle reti fisse in tecnologia Ip sono rese disponibili dagli operatori di rete fissa gradualmente e compatibilmente con le caratteristiche tecniche delle reti di comunicazione elettronica di nuova generazione degli operatori interessati e comunque non oltre il 31 dicembre 2010.

Copertura finanziaria (articolo 13). L'articolo quantifica la copertura finanziaria del provvedimento. Viene quantificato in un milione di euro a decorrere dal 2009, l'onere legato all'istituzione del numero verde nazionale a favore delle vittime degli atti persecutori. Da tutte le altre disposizioni del decreto-legge in esame non possono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Al ministro dell'Economia il monitoraggio delle misure relative al gratuito patrocinio per le vittime di violenza sessuale.

Custodia cautelare in carcere (articolo 2). Viene ampliato il novero dei reati per i quali, in presenza di gravi indizi di colpevolezza (e salvo che non siano acquisiti elementi da cui risulti l'insussistenza di esigenze cautelari), è obbligatorio disporre la misura della custodia cautelare in carcere. Previsto l'arresto obbligatorio in flagranza per la violenza sessuale (esclusi i casi di minore gravità) e la violenza sessuale di gruppo.

Divieto di avvicinamento dello stalker ai luoghi frequentati dalla persona offesa (articolo 9). Introdotta una nuova, autonoma misura coercitiva personale, che può essere disposta nel corso del procedimento penale: si tratta del divieto di avvicinamento dell'imputato ai luoghi frequentati dalla persona offesa o nell'obbligo di mantenere una determinata distanza da quei luoghi o dalla persona offesa. Il divieto può essere disposto indipendentemente dalla misura dell'allontanamento dalla casa familiare, con l'intento di integrare e completare il quadro cautelare già delineato per i reati consumati in ambito familiare. Il divieto può riguardare anche i luoghi frequentati da prossimi congiunti o da persone conviventi o comunque legate alla persona offesa da una relazione affettiva. Il divieto di avvicinamento può accompagnarsi anche alla prescrizione di non comunicare, attraverso qualsiasi mezzo. Se l'avvicinamento è inevitabile per ragioni lavorative o abitative il giudice detta prescrizioni ad hoc. Ci sono anche specifici obblighi di comunicazione all'autorità di P.S. competente, dei provvedimenti adottati ai fini dell'eventuale adozione di misure preventive in materia di armi e munizioni. I provvedimenti sono anche comunicati alla parte offesa e ai servizi territoriali socio-assistenziali. Novità anche per le ipotesi di reato in relazione alle quali il Pm o l'indagato possono chiedere che si proceda con incidente probatorio all'assunzione della testimonianza di persona minore degli anni 16, anche al di fuori dei casi previsti ordinariamente. L'incidente probatorio può essere chiesto dal Pm, anche su richiesta della persona offesa, può riguardare la testimonianza di tutti i minori (dunque non solo dei minori infrasedicenni) o della persona offesa maggiorenne. Può riguardare anche i procedimenti per il reato di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli e gli atti persecutori. Estese, poi, le particolari modalità di assunzione della prova - che nel testo previgente si applicavano solo nel caso in cui vi fosse il coinvolgimento di minori infrasedicenni - a tutti i casi in cui vi sia il coinvolgimenti di minorenni (e dunque anche ai soggetti di età compresa tra i 16 e i 18 anni), nonché al caso di indagini per i reati di atti persecutori. Sostituito anche il riferimento alle "esigenze del minore" con quello alle "esigenze di tutela delle persone", quale parametro della valutazione del giudice in ordine alla decisione di procedere all'incidente probatorio. Si prevede la possibilità che l'udienza si svolga presso l'abitazione "della persona interessata all'assunzione della prova" (piuttosto che, come nel testo previgente, presso l'abitazione del minore). Estese le particolari protezioni per l'esame in dibattimento del minore vittima di reato (uso di un vetro specchio unitamente a un impianto citofonico) anche ai procedimenti per il reato di atti persecutori nonché per l'esame in dibattimento del maggiorenne infermo di mente vittima del reato.

Entrata in vigore (articolo 14).
L'articolo disciplina l'entrata in vigore del decreto-legge in esame (giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta).

Esecuzione dell'espulsione (soppresso l'articolo 5). È stato soppresso nel corso dell'esame alla Camera dei deputati l'articolo 5 che prolungava da 60 a 180 giorni il periodo massimo di trattenimento dei clandestini nei Centri di identificazione.

Fondo unico di giustizia (articolo 6, comma 2-bis). Interpretazione dell'articolo 2, comma 2, del decreto-legge 143/2008 in base alla quale non rientrano tra le risorse destinate al Fondo unico di giustizia le somme di denaro e i proventi derivanti da provvedimenti di sequestro o confisca aventi a oggetto complessi aziendali.

Numero verde per le vittime di atti persecutori (articolo 12). Sarà istituito un numero verde presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, attivo 24 ore su 24. Da questo numero si comunicare prontamente, nei casi d'urgenza e su richiesta della persona offesa, alle forze dell'ordine gli atti persecutori segnalati e si potrà fornire un servizio di prima assistenza psicologica e giuridica da parte di personale dotato delle adeguate competenze. Per l'assistenza psicologica e giuridica è autorizzata la spesa annua di un milione di euro a decorrere dall'anno 2009.

Ordini di protezione contro gli abusi familiari (articolo 10). In materia di ordini di
protezione contro gli abusi familiari, viene prolungata da 6 mesi a un anno l'efficacia del decreto del giudice con cui si ordinano la cessazione della condotta pregiudizievole, l'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima. La durata dell'ordine di protezione, che decorre dal giorno dell'avvenuta esecuzione del decreto.La durata dell'ordine di protezione stabilita dal giudice può essere prorogata, su istanza di parte, soltanto se ricorrano gravi motivi e per il tempo strettamente necessario. Con lo stesso decreto il giudice determina le modalità di attuazione. In caso di difficoltà o contestazioni in ordine all'esecuzione, lo stesso giudice provvede con decreto a emanare i provvedimenti più opportuni per l'attuazione, compreso l'ausilio della forza pubblica e dell'ufficiale sanitario.

Patrocinio a spese dello Stato (articolo 4). La persona offesa da alcuni reati a sfondo sessuale (violenza sessuale, atti sessuali con minorenne, violenza di gruppo) ha accesso al patrocinio a spese dello Stato, anche in deroga ai limiti di reddito ordinariamente previsti.

Piano straordinario di controllo del territorio (articolo 6). Piano straordinario di controllo del territorio. Anticipato al 31 marzo 2009 (rispetto al 30 aprile 2009) il termine per l'adozione del Dpr (adottato su proposta dei ministri della Pubblica amministrazione, dell'Interno e dell'Economia) per la ripartizione tra le varie forze di polizia e i vigili del fuoco delle risorse destinate all'assunzione di personale. Termine scaduto senza che il decreto fosse pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. In attesa del decreto Economia attuativo delle disposizioni del decreto-legge 112/2008 che hanno istituito un Fondo in cui affluiscono le somme di denaro sequestrate e i proventi derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata, viene disposta la rassegnazione immediata delle somme oggetto di confisca, versate all'entrata del bilancio dello Stato successivamente al 25 giugno 2008, al ministero dell'Interno, nel limite di 100 milioni di euro per il 2009, per le esigenze urgenti di tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico, e al Fondo nazionale contro la violenza sessuale, nel limite di 3 milioni euro per il 2009, da destinare al sostegno dei progetti di assistenza alle vittime di violenza sessuale e di genere. Interpretazione dell'articolo 2, comma 2, del decreto-legge 143/2008 in base alla quale non rientrano tra le risorse destinate al Fondo unico di giustizia le somme di denaro e i proventi derivanti da provvedimenti di sequestro o confisca aventi a oggetto complessi aziendali. I Comuni sono autorizzati, ai fini della tutela della sicurezza urbana, a impiegare sistemi di videosorveglianza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. I dati raccolti mediante tali sistemi possono essere conservati fino al settimo giorno successivo alla loro rilevazione, salvo particolari esigenze di ulteriore conservazione.

Reclutamento ufficiali dei Carabinieri (articolo 6-bis). Viene previsto il reclutamento di ufficiali in servizio permanente dell'Arma dei carabinieri, per le esigenze connesse alla prevenzione e al contrasto della criminalità e con lo scopo di garantire la funzionalità e l'operatività dei comandi, degli enti e delle unità. In particolare, esso prevede che, nell'anno 2009, i Carabinieri possono procedere all'immissione in servizio permanente, a domanda, degli ufficiali in ferma prefissata (articolo 23, comma 1, del Dlgs 215/2001), che conseguono tre anni di servizio a tempo determinato entro il 31 dicembre 2009. L'immissione dovrà avvenire, previo espletamento di procedure concorsuali, nel limite del contingente di personale previsto all'articolo 66, comma 5, del decreto-legge 112/2008 (che ha ridotto la possibilità per le pubbliche amministrazioni di procedere alla stabilizzazione del rapporto di lavoro del personale a tempo determinato in possesso di specifici requisiti), ferma restando l'applicazione dell'articolo 3, comma 93, della Finanziaria 2008 (legge 244/2007), con progressivo riassorbimento delle posizioni soprannumerarie. In attesa della conclusione delle procedure di immissione, l'Arma dei carabinieri può continuare ad avvalersi del personale indicato nel limite del contingente stabilito dalla legge di bilancio.
Stalking (articolo 7). Viene introdotto nel codice penale il delitto di "atti persecutori" (nuovo articolo 612-bis) e, conseguentemente, modificato il codice di procedura penale e dettate disposizioni a sostegno delle vittime del reato. Lo stalking è un comportamento reiterato consistente in minacce o molestie. È necessaria la prova dello stato di ansia o di paura o del fondato timore per l'incolumità ovvero dell'alterazione delle abitudini di vita. Previste alcune aggravanti: la pena è aumentata fino a un terzo se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da una relazione affettiva con la persona offesa. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore o di una donna in stato di gravidanza, con armi o da persona travisata o a danno di una persona con disabilità. La pena è aumentata se il fatto è commesso da soggetto già ammonito dal questore ai sensi dell'articolo 8, comma 3, del provvedimento in esame. In ordine alla procedibilità del delitto si prevede la querela della persona offesa, al fine di non obbligare la vittima a subire un processo penale se non lo desidera. È però prevista la procedibilità d'ufficio se il reato è commesso contro un minore o persona diversamente abile, nei casi in cui il fatto è connesso con altro delitto per il quale è prevista la procedibilità d'ufficio o nel caso di fatto commesso da soggetto ammonito dal questore ai sensi dell'articolo 8, comma 4, del provvedimento in esame. Il termine per la proporre la querela è di sei mesi, invece dei tre mesi fissati in via generale.

Videosorveglianza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico (articolo 6, commi 7 e 8). I Comuni sono autorizzati, ai fini della tutela della sicurezza urbana, a impiegare sistemi di videosorveglianza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. I dati raccolti mediante tali sistemi possono essere conservati fino al settimo giorno successivo alla loro rilevazione, salvo particolari esigenze di ulteriore conservazione.

Vittime del reato di stalking (articolo 11). Le forze dell'ordine, i presìdi sanitari e le
istituzioni pubbliche che ricevono dalla vittima notizia del reato di atti persecutori hanno alcuni obblighi: fornire alla vittima stessa tutte le informazioni relative ai centri antiviolenza presenti sul territorio e, in particolare, nella zona di residenza della vittima; mettere in contatto la vittima con i centri antiviolenza, qualora ne faccia espressamente richiesta. Sono stati anche accolti due ordini del giorno in aula alla Camera: uno, primo firmatario Vietti, prevede il potenziamento dei centri antiviolenza, indispensabili per un valido supporto psicologico alle vittime, l'altro, prima firmataria Lussana, che impegna il Governo ad assumere tutte le iniziative di propria competenza per superare le difficoltà organizzative perché nelle questure per ricevere le denunce di stalking sia previsto, ove possibile, la presenza di personale qualificato, anche femminile, in possesso delle competenze necessarie per assolvere il difficile compito di fornire alle donne vittime di atti persecutori l'assistenza e il sostegno di cui hanno bisogno.

ll decreto è legge. A favore la maggioranza, Idv, Pd e Udc. Contrari i radicali

ROMA - Con l'ok bipartisan del Senato, il decreto sulla sicurezza è diventato legge. Fuori dal provvedimento le ronde e la proroga dei Cei, i Centri di identificazione ed espulsione dei clandestini. Dentro l'aggravante per le violenze sessuali, il reato di stalking e il turismo sessuale. Hanno votato a favore la maggioranza, l'Italia dei valori, il Pd e l'Udc. Il provvedimento è stato approvato con 261 voti favorevoli, 3 contrari - i senatori radicali - ed un astenuto, Francesco Pardi dell'Idv.

Anche la Lega ha votato a favore del dl, dopo le durissime contestazioni alla Camera e l'intesa politica raggiunta di fronte all'impegno del governo a reintrodurre in altro provvedimento (ddl sicurezza) le parti relative al trattenimento nei Cie degli immigrati clandestini e alle ronde cittadine.

Il voto favorevole dell'opposizione ("per responsabilità" come ha sintetizzato per tutti il senatore Pd Felice Casson) è stato garantito per consentire la conversione del decreto, giunto oramai alle soglie della scadenza (25 aprile), ma numerose ed articolate sono state le critiche rivolte al provvedimento.

Il decreto legge sulla sicurezza convertito contiene una serie di modifiche che concernono il codice penale e il codice di procedura penale. In particolare, all'articolo 1 viene sostanzialmente reintrodotta un'aggravante per il caso in cui il reato di omicidio faccia seguito al delitto di violenza sessuale, violenza sessuale su minori e violenza sessuale di gruppo. Viene anche introdotta l'aggravante nel caso di reato di omicidio compiuto dallo stesso autore del delitto di atti persecutori, comunemente denominato stalking.

Vi sono poi una serie di modifiche del codice di procedura penale che riguardano misure cautelari personali, con un significativo ampliamento per le associazioni a delinquere; la tratta e riduzione in schiavitù delle persone; il sequestro di persone; i reati di terrorismo; prostituzione minorile; pornografia minorile ed iniziative turistiche volte al favoreggiamento della prostituzione minorile.

La Repubblica, 22 aprile 2009

sabato 18 aprile 2009

IN SICUREZZA. Ciclo di seminari autogestiti, per un'analisi delle attuali politiche securitarie.

"Un soldato per ogni bella donna. Tra violenza e protezione: cortocircuiti del potere maschile".



21 aprile ore 16.30, aula7

Questo è il primo di una serie di seminari autogestiti di riflessione critica sulle attuali derive securitarie, organizzati nella facoltà di Lettere di Roma 3 (via Ostiense 234). Si cercherà di far emergere quel paradosso della maschilità per cui il potere maschile da un lato si legittima attraverso la sua capacità di proteggere il corpo femminile, mentre dall'altro si manifesta proprio come quella violenza contro la quale vuole farsi protettore. Il tutto partendo dalla constatazione che parte rilevante del "pacchetto sicurezza" è stata introdotta attraverso il cosiddetto dl "antistupri": il corpo delle donne è insomma usato come punto d'appoggio per politiche securitarie e di controllo del territorio. Questo dispositivo non è nuovo; ma si tenterà di analizzare quali trasformazioni subisce in epoca post-patriarcale, alla luce della crisi simbolica del Nome del Padre.
"Border Trouble. Nuove frontiere della cittadinanza: tra liberta' di movimento e derive securitarie"

30 aprile ore 17, aula 7

venerdì 17 aprile 2009

Bologna: gaffe del Comune dietro a un manifesto fascista



E' polemica per un'immagine di propaganda del Ventennio utilizzata per pubblicizzare un convegno contro la violenza sulle donne
Il manifesto del Nucleo Propaganda fascista del 1944 al centro della polemica

BOLOGNA 16 APR. 2009 - “Femminicidi, ginocidi, violenze sulle donne”. E' il titolo di un seminario organizzato dal Centro di documentazione ricerca e iniziativa delle donne della città di Bologna. Un normale convegno, di quelli, si solito, destinati a passare piuttosto inosservati. Se non fosse per la gaffe commessa dal Comune nel promuovere l'iniziativa. Un'immagine messa in allegato alle mail di invito al seminario ha suscitato diverse polemiche. Si tratta di un manifesto del ventennio fascista raffigurante un nero che aggredisce una donna. Sotto la scritta: “Difendila, potrebbe essere tua moglie, tua sorella, tua figlia”. La locandina ha fatto storcere il naso a tanti. Hanno protestato la Consulta degli immigrati, alcuni esponenti del Pd bolognese, la Casa delle Donne e persino l'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna.

La “colpevole” dell'invito contestato è Milli Virgilio, assessore alle pari opportunità del Comune di Bologna, che ha dovuto fare una mezza marcia indietro, cercando di spiegare il fraintendimento nato da quel manifesto. La Virgilio non voleva assolutamente essere razzista. “Quel manifesto intende dire: 'Siamo ancora a quei tempi', dolendosene. Perciò mi dispiace che abbia offeso qualcuno”, ha spiegato l'assessore. “Ho visto quel manifesto in una mostra sulla violenza alle donne a Venezia. Mi aveva colpito per la sua qualità tragica e ho suggerito di inserire l'immagine in una mail spedita a più destinatari come invito al seminario”, ha continuanto. A scanso di equivoci, secondo l'assessore, c'era appunto il titolo del seminario e dei libri scritti sull'argomento che saranno lo spunto dell'incontro, e che, a suo avviso, aiutavano a contestualizzare il manifesto. Ma la Virgilio è pronta a riparare al danno: “Scriverò a tutti quelli che hanno ricevuto l'invito per spiegare che c'è stato un equivoco”.

giovedì 16 aprile 2009

Roberta Tatafiore

L'Unità:
Il suicidio di Roberta Tatafiore
di Adele Cambria

Me la ricordo, Roberta Tatafiore, che correva attraverso il solenne e semi-diruto cortile del Governo Vecchio occupato dalle donne, e la sua testa di ricci neri corti e lucenti sembrava esprimere visivamente il fermento, la passione intellettuale, che l’animava e non aveva mai tregua in lei: frequentava allora le lezioni del Centro Studi Virginia Woolf, dove arrivava, carismatica, a volte,anche Rossana Rossanda, e Roberta faceva, giovanissima, i suoi esordi di giornalista proprio sulle colonne del prestigioso «quotidiano comunista».

Poi, a un certo punto, incrociò Pia e Carla, la coppia femminile che aveva costituito anche in Italia il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute. Ed insieme a Maria Adele Teodori, giornalista e scrittrice Radicale da sempre, inventarono «Lucciola» - credo che Maria Adele pagasse di tasca propria quel giornale con distribuzione militante - e si divertirono, tutt’e due, Roberta e Maria Adele, una bruna e una bionda, a farsi protagoniste di un fotoromanzo a puntate con l’obiettivo di diffondere tra chi faceva quel «lavoro» la consapevolezza dei propri diritti.

Ben presto, alla metà dei ’70, il Movimento delle Donne si spaccò tra chi - Roberta Tatafiore in testa, Maria Adele Teodori, Michi Staderini (la prima ideatrice del «Virginia Woolf»)- riteneva la prostituzione un lavoro come un altro, e chi invece considerava l’invasione del proprio corpo come la peggiore delle umiliazioni. Dieci anni dopo, l’ideologia della prestazione sessuale femminile in cambio di soldi, elaborata da Roberta, si era già sviluppata in una direzione, quella del «sesso commerciale», che definirei trionfalistica: vendere il proprio corpo, accettare centinaia di contatti(invasioni)da parte di sconosciuti spesso ripugnanti, era una forma di emancipazione della donna che andava vista in modo pragmatico e senza giudizi morali o peggio «moralistici»”.

Era questo che Roberta sosteneva nel suo primo libro sull’argomento, «Sesso al lavoro - Da prostitute a sex workers». Un libro che fece ovviamente scandalo, e Tatafiore, laureata in sociologia, si aprì la strada verso la ricerca (Per l’Eurispes compilava il rapporto annuale sulla pornografia). Il suo linguaggio ormai era quello di una autentica businesswoman, io andavo alle sue conferenze, alle presentazioni dei suoi libri - dopo «Sesso al lavoro» fu «Uomini di piacere… e donne che li comprano» - e mi arrabbiavo regolarmente. Ma restavamo amiche, io un po’ vetero – accanita a sostenere che è l’esistenza del «cliente» il bandolo della matassa - e lei a ribattere: «Siamo state delle avanguardie, trent’anni fa, nella identificazione del “cliente”, come responsabile del fenomeno, ma ora voi che siete rimaste sulle stesse posizioni siete la retroguardia. E Dio non voglia che arrivi anche da noi una legislazione come quella svedese, contro il “cliente” e per la rieducazione delle prostitute!».

In quanto agli uomini di piacere, il discorso di Roberta era ancora più trionfalistico: di fronte a statistiche in Italia ancora insignificanti - uno dei prostituti bisex da lei interpellati calcolava in un rapporto da 1 a 15 le richieste che gli arrivavano da donne e da uomini - per l’autrice di «Uomini di piacere… e donne che li comprano», il potere del danaro congiunto al potere sessuale - che deriverebbe alle nuove «clienti» dall’aver scoperto con il femminismo il diritto al piacere(!)- sarebbe la molla che consente anche alle «donne comuni» di «permettersi il lusso» di pagarsi una certa quantità di sesso mercenario. Come sempre hanno fatto gli uomini.

Avevo perso di vista Roberta negli ultimi tempi. Sapevo che collaborava o aveva collaborato a tutti i quotidiani del centrodestra. Nessun giudizio, per carità! Al contrario, ammiro il suo coraggio: la sua morte così disperatamente eroica - un suicidio, non motivato, pare, da nessuna malattia inguaribile - é sostenuta da un discorso filosofico e letterario iniziato da oltre un anno; e che,approfondito in un testamento ancora non reso noto dalle amiche più vicine a lei, cui è stato indirizzato, forse aiuterà tutti e tutte a riflettere su un passaggio ineluttabile, a cui Roberta ha voluto accedere prima di noi. Per dare anche testimonianza di una società civile, quella italiana, che stenta a crescere su questi temi.

Il suo articolo di qualche mese fa, in difesa del diritto di morire di Eluana Englaro, ne è la prova. E chiudeva così: «Mi chiedo cosa accadrà, dopo la legge che il governo si appresta a varare, di quello spazio privato di anarchia compassionevole, agìta all’interno di relazioni informali… Temo che verrà fortemente ridotto. E correremo il rischio, tutti e tutte, di ritrovarci come ‘farfalle prigioniere’…» Lei ha voluto volare via prima.
16 aprile 2009


Il Manifesto:
di I.D.

ADDIO ROBERTA
La vita doveva essere diventata troppo grave a Roberta Tatafiore, che se n'è andata di sua volontà ieri, a 65 anni, lasciando a un manoscritto indirizzato a pochi amici il perché della sua tragica decisione. Ma Roberta era Roberta, e chiunque l'abbia conosciuta e amata sa quanto irremovibili fossero le sue decisioni, e quanto intimo restasse il suo dialogo con se stessa, inattingibile nel suo nocciolo anche alle amiche, molte e amatissime, di cui si è sempre circondata, e alle sue sorelle Bruna e Luciana altrettanto amate. Molte, del resto, negli ultimi mesi la sapevano all'estero, non potendo immaginare la fine che stava progettando.
Roberta è stata una protagonista di prima fila del femminismo italiano, e di quello romano in particolare, dai primi gruppi di autocoscienza negli anni 70 - il collettivo di Via Germanico, «Donne e Cultura» - al Centro culturale Virginia Woolf negli anni 80 e nei primi 90. Giornalista e scrittrice, a lungo collaboratrice del manifesto, di Radio radicale, della Rai e della Televisione della Svizzera italiana, è stata per molti anni inviata di punta di Noi donne, da cui prese congedo nel '93. Nel 1983 fondò la rivista Lucciole, il primo strumento italiano di analisi della prostituzione dalla parte delle prostitute; da quella prima esperienza nacquero in seguito i suoi libri sul mercato del sesso, Sesso al lavoro (Il Saggiatore '94) e Uomini di piacere (Frontiera '98). Nel sesso commerciale Roberta non vedeva un problema di regolamentazione, repressione e controllo, che anzi contrastava vibratamente, né solo una questione di diritti delle prostitute, bensì un campo d'analisi di quel conflitto fra donne e uomini sulla sessualità, sul desiderio e sull'immaginario che la pratica femminista le aveva insegnato a guardare con occhio libero.
Eccentrica e irriducibile nella sua vocazione libertaria che spesso la metteva in tensione con la sinistra moderata e radicale, era rimasta eccentrica e irriducibilmente libertaria anche quando, a metà degli anni 90, cambiò campo politico, convinta di trovare nella nuova destra più spazi per la sua idea di libertà di quanti ne avesse trovati a sinistra. Sì che anche le sue collaborazioni dell'ultimo quindicennio, con il Foglio, Libero, Il Secolo d'Italia, non avevano perso nulla della sua vis polemica, che si trattasse di opporsi alla moratoria sull'aborto o alla legge sul testamento biologico partorita dal governo. Tra i suoi libri vanno ancora ricordati Le nuove amanti (Lyra Libri '89, con Stefania Giorgi), De bello fallico, storia di una brutta legge sulla violenza sessuale (Baraghini '96), Tra donne e uomini, storie d'amore e di differenza (Il Saggiatore '97). Di lei, non ultima, la sua raggiante bellezza.


La Repubblica:
Suicidio programmato, l'addio shock della femminista Tatafiore
di SIMONETTA FIORI

Autrice di libri sul mercato del sesso a 66 anni ha scelto di scrivere
un diario sulla sua fine. "La mia è stata una scelta", il suo ultimo biglietto.
ROMA - "La mia è stata davvero una scelta", è scritto nell'ultima lettera agli amici, quella del congedo. "Una scelta a lungo riflettuta, preparata, accompagnata negli ultimi tre mesi dalla stesura di un diario, impegno che ha dato luce a questi miei ultimi giorni". In poche righe la costruzione di un suicidio, consumato mercoledì prima di Pasqua in una stanza d'albergo.

Così ha deciso di andarsene Roberta Tatafiore, 66 anni, femminista impegnata, autrice di saggi sulla condizione femminile, sulla pornografia e sul mercato della prostituzione, da De bello fallico a Uomini di piacere e Sesso al lavoro. La notizia della sua morte figurava ieri sul Foglio e sul Manifesto. Un progetto, quello del suicidio, inseguito con gelida determinazione. Prima la "scelta di clandestinità", quel vivere di nascosto dagli amici, dal lavoro, dai giornali ai quali collaborava. Tre mesi di silenzio, anche di bugie - "Sto lavorando in Svizzera, starò a lungo fuori" - interrotto da frettolose telefonate che mai tradivano il suo disegno. Poi la scelta dell'albergo, vicino al suo appartamento dell'Esquilino. Un ultimo saluto alla casa, ai suoi libri, alla gatta, agli oggetti amati della sua bella famiglia calabrese. Le lettere di addio agli amici le ha spedite all'ultimo, missive piene di tenerezza e sorriso. L'ho scelto io, state sereni. Se Silvia Plath prima di ammazzarsi ha imburrato le fette di pane per i figli, Roberta Tatafiore per le persone amate ha lasciato parole lievi. La cameriera l'ha trovata verso sera, una corsa in ospedale, poi il precipitare nel mondo delle "larve nere".

Il tema della morte non le era estraneo. Roberta Tatafiore cercava le "larve nere" nei romanzi e nella cronaca, ne era attratta e al contempo minacciata. "Lasciatemi addormentare come Saffo", così titolava ieri il Foglio una sua pagina sull'aldilà scritta nell'estate di due anni fa. Appare una costruzione letteraria anche questa sua morte, lucidamente inseguita, progettata, e raccontata in un memoriale di una cinquantina di pagine. Come una traccia lasciata agli amici, un gesto di condivisione. "È un diario dei suoi ultimi tre mesi, una cronaca meticolosa del suo progetto di morte", dice Daniele Scalise, giornalista e compagno di molte avventure. "Una sorta di "diario della clandestinità" in cui è dettagliatamente raccontato come Roberta s'è organizzata, che libri ha letto, come ci si prepara al suicidio". Il suicidio come possibilità di un'esistenza piena.

Quale filo spezzato abbia piegato una personalità straripante, vitale, generosa è difficile ora capire. "Come tutte le donne veramente sofferenti", dice Scalise, "Roberta non esibiva il dolore". Spirito irrequieto e profondamente libero, dopo una lunga militanza a sinistra - tra Noidonne, Manifesto e il mensile Lucciola per i diritti civili delle prostitute - negli ultimi tempi s'era avvicinata alla destra, ai suoi giornali, condividendo con Isabella Rauti la rubrica Thelma & Louise sul Secolo d'Italia. Ma anche questo nuovo territorio politico l'aveva delusa. Contro lo "statalismo chiesastico" esibito sul caso Englaro era incentrato nel febbraio scorso un suo appassionato intervento sul sito di DeA, donne e altri, probabilmente il suo ultimo articolo. In primo piano, ancora una volta, il suicidio, in tedesco Freitod, libera morte. Anche questo suo epilogo, in fondo, è rivendicazione di possesso. Ognuno di noi è padrone della propria vita, forse Roberta Tatafiore ha voluto ricordarcelo. Con dolcezza, senza rancore.

(16 aprile 2009)

venerdì 3 aprile 2009

Rassegna stampa: SESSO PER NON MULTARE PROSTITUTE, ARRESTATI 3 AGENTI

Pretendevano sesso o denaro dalle prostitute per non multarle in base all'ultima ordinanza anti prostituzione emessa dal sindaco di Roma il 16 settembre dell'anno scorso. Agli arresti domiciliari sono finiti tre agenti della polizia provinciale, di eta' compresa tra i 30 e i 32 anni, su richiesta del pm Luca Tescaroli, al termine di una indagine condotta dai carabinieri. Sono stati gli stessi militari della stazione di Ponte Galeria a ricevere, tra il settembre e il novembre del 2008, diverse segnalazioni e denunce da parte di alcune prostitute che frequentavano via di Malagrotta. Le ragazze hanno raccontato ai carabinieri che in piu' occasioni degli agenti della polizia municipale, in uniforme e con l'auto di servizio, hanno preteso da loro rapporti sessuali o sconti sulle prestazioni per evitare la multa. In altre occasioni gli stessi agenti hanno chiesto alle ragazze, per "chiudere un occhio", alcune somme di denaro, dai 30 ai 50 euro. I tre agenti dovranno rispondere di alcuni episodi di concussione consumata e tentata, mentre per uno dei tre e' stata avanzata anche l'ipotesi di rapina per aver sottratto con la forza ad una delle prostitute il telefono cellulare e 80 euro. Sono state le stesse 'lucciole' ad indicare il numero della targa dell'auto della polizia provinciale ai carabinieri. Nel corso della indagine i militari sono riusciti a risalire ai tre responsabili verificando anche i loro orari di servizio. In un'altra occasione due degli agenti fermati hanno costretto un cliente delle prostitute a consegnare 200 euro per evitare la multa. Cli/Rm 241732 MAR 09.

(24 marzo 2009)