sabato 14 aprile 2012

PINK IS RED! il bando






PINK IS RED!
bando di concorso

L'associazione Cartastraccia indice il bando per le arti visive 

PINK IS RED!
ideato da Cora Presezzi e Leyla Vahedi

Il tema del concorso è PINK IS RED! ovvero la dirompenza del discorso di genere nella vita quotidiana, sociale e politica. Una rosa di citazioni e suggestioni sarà messa a disposizione sulla pagina facebook PINKISRED! per orientare gli artisti.

Possono partecipare al bando tutti gli artisti o gruppi d'artisti, professionisti e amatoriali, purché presentino opere concordi al tema del bando. Non saranno prese in considerazione opere di contenuto osceno o offensivo. La partecipazione al bando è gratuita. Soci e membri dell'associazione hanno l'opportunità di partecipare come artisti onorari.

I lavori selezionati saranno esposti in un allestimento dedicato al concorso, organizzato e curato da Cartastraccia, nell'ambito della Notte dei Musei 2012 - sabato 19 maggio.
Delle opere selezionate, che rimangono di proprietà dell'artista, sarà data amplia visibilità sul sito associazionecartastraccia.blogspot.it e su incisivart.wordpress.com.

Le categorie
GRAFICA con particolare attenzione alla grafica d'arte (incisione calcografica, xilografia, libro d'artista, sketchbook, tipografia, manifesti, striscioni) e al lettering, si può infatti declinare il tema PINK IS RED! anche giocando graficamente e concettualmente con le parole oltre che sul colore;
ILLUSTRAZIONE e FUMETTO;
FOTOGRAFIA con particolare attenzione al tema del concorso;
PITTURA senza limiti di tecniche e sperimentazioni.
Possono essere inviate opere commiste di più tecniche, concorrendo dunque in più categorie (per es. fotoincisione, o collage etc.).

Modalità di partecipazione
Riproduzione digitale dell'opera che concorre dovrà essere inviata a concorso.pink.is.red@gmail.com unitamente al modulo di adesione entro e non oltre le ore 12 del 5 maggio 2012. Le opere non devono superare le dimensioni 50X70.
I giorni seguenti ogni artista partecipante, cui sarà data visibilità sia sul sito che sulla pagina facebook pinkisred, riceverà notizie delle scelte della giuria.
Le opere selezionate dovranno pervenire presso la sede dell'Associazione, via Sirte 40/a (indirizzate all'Associazione Cartastraccia) via posta o consegnate a mano entro e non oltre il 12 maggio 2012.
L'inagurazione dell'esposizione si terrà, nell'ambito della notte dei Musei, il 19 maggio alle ore 19. Le opere saranno riconsegnate agli artisti il 26 maggio 2012.

La giuria
La giuria composta da Maria Pina BENTIVENGA, artista e docente di incisione; Elisabetta DIAMANTI, artista e docente di incisione; Giulia DONATO, curatrice della rubrica web di fumetto La testa fra le nuvole, Silvia GARRONE, incisore e architetto e Marie REBECCHI, gallerista, curatrice e critica d'arte, ha giudizio insindacabile e terrà conto delle predilezioni del pubblico espresse via telematica sulla pagina facebook.

scarica il bando completo e la scheda di partecipazione cliccando qui

giovedì 8 dicembre 2011

Contributi su Pinelli

In questa pagina pubblichiamo i contributi ricevuti in occasione della ricorrenza del 12 dicembre.

Un ferroviere era quel tale
che per morire scelse Natale.
Da una finestra entrò nella storia
che parla di fame, non certo di gloria
Aveva due figlie, un'idea, un mestiere
credeva nel dire e non nel tacere
per essere pulitodi dentro e di fuori
rischiava la vita fra i locomotori
Agganciava carrozze agganciava vagoni
sognava da sveglio dei tempi più buoni
ma quando la sorte è puntigliosa
arriva la morte in forma curiosa
che gli procura, umano aeroplano
un volo notturno da un quarto piano
e lo riduce in quattro e quattr'otto
in un mucchio di cenci, di ossa un fagotto.
Pino Pinelli era quel tale
che per morire scelse Natale,
da una finestra entrò nella storia
che parla di infamia non certo di gloria
all'alba non muore soltanto la notte,
muore anche l'uomo e il suo divenire,
e il sangue caldo che bagna il selciato
è un discorso appena iniziato.
Passati stupori e costernazioni
nascono voci, si fanno ilazioni,
si cercano insomma astratte scuse
come il poeta cerca le Muse
Ma il morto rimane, col sangue fra i denti
non l'hanno ammazzato i suoi respingenti.
Un po' di cordoglio, la stampa è vicina,
e il ferroviere va al posto di Mina,
mentre si scrive in ferrovia:
il manovratore è andato via
Per creare un vuoto nel mondo operaio,
non serve neppure ammazzarne un migliaio:
basta un dramma, il mistero, l'inchiesta,
segue chi piange, chi urla, protesta,
Pino Pinelli era quel tale
che per morire scelse Natale.
Da una finestra entrò nella storia,
che parla di fame, non certo di gloria.
si cerca il tritolo, la droga , le donne,
e mentre si fruga, si cerca, si indaga,
ti salta fuori la busta paga,
che ti dimostra in maniera evidente
che chi lavora incassa un bel niente.
All'alba non muore soltanto la notte,
muore anche l'uomo e il suo divenire,
e il sangue caldo che bagna il selciato
è un discorso appena iniziato.


Contributi ricevuti dai compagni dello spazio sociale Nido di Vespe

12/12/1969 - Nello spazio di un'ora esplodono quattro ordigni e un quinto rimane inerte a Milano e a Roma. La prima bomba scoppia alle 16.37 in piazza Fontana nel salone gremito della Banca Nazionale dell'Agricoltura: 16 morti e 87 feriti. Venticinque minuti dopo la seconda bomba esplode a Roma nel sottopassaggio della Banca Nazionale del Lavoro: 14 feriti. Trascorsa un'altra mezz'ora la terza e la quarta bomba esplodono, sempre a Roma, all'Altare della patria. La quinta bomba non esplode. La trova un impiegato della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala a Milano, e la consegna alla polizia. In serata sar‡ fatta esplodere privando le indagini di importanti elementi di conoscenza.


15/12/1969 - L'anarchico Pietro Valpreda, da poco giunto da Roma, viene arrestato al palazzo di giustizia di Milano per ordine della Procura della repubblica di Roma, che lo ritiene implicato, insieme a diversi suoi compagni del Circolo anarchico 22 Marzo, negli attentati del 12 dicembre1969. Quasi nelle stesse ore a Vittorio Veneto si presenta nello studio dell'avvocato Alberto Steccanella l'insegnante Guido Lorenzon, dirigente locale della Dc (Democrazia Cristiana), per riferire che un suo amico, Giovanni Ventura, Ë probabilmente coinvolto negli attentati di tre giorni prima. In serata inizia in Questura, nell'ufficio del commissario Luigi Calabresi, l'interrogatorio del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli. Appena passa la mezzanotte Pinelli cade dalla finestra dell'ufficio di Calabresi e muore nel cortile della Questura. Il questore Marcello Guida dice: "I suoi alibi erano caduti ed era fortemente indiziato". Non Ë cosÏ, Pinelli Ë assolutamente estraneo agli attentati del 12 dicembre, compresa la strage di piazza Fontana. La sua morte verr‡ archiviata come "malore attivo".

16/12/1969 -Una confidenza ricevuta da un organo periferico del Sid (Servizio Informazioni Difesa) viene trasmessa al responsabile del Servizio ammiraglio Eugenio Henke. Come si accerter‡ in seguito essa Ë stata fatta da Stefano Serpieri al maresciallo Gaetano Tanzilli, in forza al Centro controspionaggio 3 di Roma, quasi in contemporanea con l'avvio delle indagini sulla pista anarchica anche per la strage di piazza Fontana. Nella nota, di cui la magistratura verr‡ in possesso solo nel 1973, si dice che "l'esecutore materiale degli attentati dinamitardi a Roma sarebbe l'anarchico Mario Merlino per ordine del noto Stefano Delle Chiaie", inoltre che "la mente organizzatrice degli attentati sarebbe tale Yves Guerin Serac, cittadino tedesco, il quale risiede a Lisbona dove dirige l'agenzia Ager Interpress ed " Ë anarchico". La nota costituirebbe un utile spunto d'indagine, ma Ë costellata di informazioni depistanti: Merlino non Ë anarchico ma neofascista di An (Avanguardia Nazionale), Guerin Serac non Ë tedesco ma francese, non Ë anarchico ma neofascista; l'agenzia di Lisbona Ë pi_ esattamente l'Aginter Press.

20/12/1969 - Agenti della Questura di Treviso perquisiscono l'abitazione di Giovanni Ventura a Castelfranco Veneto. Sequestrano soltanto vecchi cimeli di famiglia, ma Ventura, la madre Maria Greggio, e i fratelli Angelo e Luigi vengono denunciati per possesso di armi. La perquisizione Ë stata decisa in seguito alle prime dichiarazioni di Guido Lorenzon, che comunque non riscuotono molto credito negli ambienti inquirenti di Roma e Milano. A Roma da due giorni Ë stato firmato un ordine di cattura a carico di Pietro Valpreda, Emilio Borghese, Roberto Mander, Mario Merlino, Emilio Bagnoli, Roberto Gargamelli, Annelise Borth e Enrico Di Cola, per la strage di piazza Fontana e gli altri attentati del 12 dicembre. Intanto funzionari delle Questure di Roma e Milano e della Divisione Affari Riservati del Ministro dell'interno come Antonino Allegra, Bonaventura Provenza, Elvio Catenacci, Silvano Russomanno trascureranno di rendere noti particolari importanti riguardanti l'organizzazione terroristica veneta. Infine il Procuratore della repubblica di Milano Enrico De Peppo affermer‡ la competenza di Roma a proseguire le indagini sulla base della tesi infondata che l'ultima esplosione del 12 dicembre sia avvenuta a Roma.

21/12/1969 - Costituzione Mpon dopo scissione Ordine Nuovo : La vera storia della scissione di Ordine Nuovo
Il 29 giugno del '69 morÏ Michelini, il capo incontrastato del MSI fino ad allora. Da tempo si discuteva, all'interno del partito, sulla nomina del successore. Pare che abbia giocato fortemente a favore della nomina di Almirante (oltre all'indubbio carisma che l'ex repubblichino suscitava nei "camerati" della base) l'appoggio del senatore Gastone Nencioni . Comunque Almirante d‡ una "smossa" al partito, che in pochi mesi acquista molta pi_ "visibilit‡" esterna, ma molti lati oscuri all'interno. Il 5 settembre inizia a Rieti, per iniziativa del neosegretario, un corso di aggiornamento del MSI per dirigenti giovanili. Tengono le lezioni praticamente tutti i dirigenti storici del MSI (da Caradonna a Franco Franchi, da Anderson a Valensise). Tra i temi c'Ë "rovesciare l'attuale classe dirigente italiana, incapace di garantire la sicurezza nazionale, la pace sociale e il progresso civile" . Importantissima Ë la data del 15 novembre 1969. Quel giorno Ordine Nuovo (nella persona di Rauti e dei suoi fidi) torna nel Movimento Sociale Italiano (lo annuncia ufficialmente Il Secolo d'Italia). Meno di un mese dopo (il 12 dicembre) scoppiano le bombe. E' una pura coincidenza? Oppure Rauti e i suoi hanno fatto molto bene i loro calcoli (magari con Almirante al corrente di tutto)? I principali dirigenti che rientrano sono: Rauti, Maceratini, Romano Coltellacci e Paolo Andriani. Restano in Ordine Nuovo (anche se il nome cambia in Movimento Politico Ordine Nuovo, MPON) Clemente Graziani, Besutti, Massagrande, Mazzeo, Francia (I presenti entrano i una "direzione nazionale" ripartendosi i compiti: Clemente Graziani all'organizzazione, Roberto Besutti alla propaganda, Mario Tedeschi (omonimo del parlamentare del Msi) alle iniziative finanziarie, Roberto Gabellini al settore lavoratori, Sandro Saccucci alle organizzazioni parallele, Elio Massagrande al settore stampa.). Rimane in piedi anche la struttura giovanile, il Fronte d'Azione studentesca (FAS). Scriver‡ nel '75 la procura della repubblica di Roma che ha indagato e accusato il Movimento Politico Ordine Nuovo (che verr‡ sciolto per legge): Con l'avvento alla segreteria del MSI dell'onorevole Almirante, la politica di questo partito subisce una svolta radicale. Il MSI fino allora era vissuto in uno stato di conflitto interno tra coloro che, propugnando una politica di destra conservatrice, sterilmente nostalgica, non disdegnavano un inserimento pieno nel sistema e altri che, invece, ripercorrendo lo sviluppo storico del fascismo se ne ritenevano i logici prosecutori, puntando ad un ribaltamento totale del sistema in nome dell'idea corporativa. L'onorevole Almirante riuscÏ a realizzare la fusione tra queste due anime Come insegna Piero Ignazi nei suoi studi, la distinzione che la procura ha qui fatto tra le due anime del MSI Ë sicuramente approssimativa: non ci sono fascisti corporativisti da una parte e conservatori "sterilmente nostalgici" dall'altra. C'Ë una corrente, quella di cui Almirante Ë il leader, che si ispira alla repubblica sociale (non all'idea corporativa), e ce n'Ë un'altra che era al potere prima dell'avvento di Almirante, che si ispirava al fascismo-regime. Almirante realizza certamente la fusione tra queste due anime, ma realizza anche la fusione con la terza anima, quella rautiana, ordinovista e estremista che pi_ dovrebbe interessare a coloro che indagavano su Ordine Nuovo. Daniele Barbieri (Agenda Nera) riporta il testo di un documento riservato degli oppositori della linea del rientro. Si intitola Lettera aperta ai dirigenti e ai militanti di Ordine Nuovo. Ne riportiamo l'inizio : Camerati, ora che l'operazione del rientro di alcuni dirigenti nazionali e provinciali di "Ordine Nuovo" nel MSI Ë un fatto compiuto, noi che abbiamo avversato questa iniziativa sentiamo la necessit‡ e il dovere di fare conoscere a tutti la nostra posizione e il nostro programma di azione futura [...]. Passiamo all'esame della crisi che inopinatamente e improvvisamente ha colpito i quadri dirigenti di Ordine Nuovo. [...] Quasi come ultima possibilit‡ di azione e di salvezza la necessit‡ di porre Ordine Nuovo sotto l'ombrello protettivo del MSI [...]. [Quelli che sono rientrati dicono che] il MSI garantirebbe una copertura efficace a tutta la nostra azione, evitandoci di essere investiti per primi dalla "terapia" preventiva gi‡ annunziata dal Ministero degli Interni [...]. Ci siamo sentiti rispondere da Rauti [...] che non Ë affatto vero che Ordine Nuovo verrebbe sciolto entrando nel Movimento sociale; l'organizzazione manterrebbe la sua compattezza e la sua libert‡ d'azione anche all'interno del partito, mentre all'esterno rimarrebbero comunque aperti dei circoli di Ordine Nuovo per dare ospitalit‡ a chi non intenderebbe rientrare nel MSI [...]. La proposta di Rauti era questa: formare immediatamente un esecutivo di Ordine Nuovo composto, praticamente, da dirigenti che rientravano nel MSI e da dirigenti che, invece, continuavano l'azione all'esterno. Tutta la linea di Ordine Nuovo nel suo complesso - cioË sia quella riguardante l'attivit‡ nel MSI, sia quella al di fuori del partito - sarebbe stata programmata di comune accordo dai componenti del nuovo esecutivo [...]. Questa proposta che nella riunione del 21 novembre scorso, presenti i dirigenti di Roma, Messina, Catanzaro, Mantova e Bergamo era stata accettata e doveva essere comunicata a tutti i responsabili dei centri di Ordine Nuovo in modo chiaro, anche se ovviamente riservato [...]" E' chiaro che questo documento dimostra l'inconsistenza della scissione. Ordine Nuovo rimane la stessa organizzazione, solo che Ë posta al riparo dalle inchieste giudiziarie e giornalistiche sotto l'ombrello protettivo del MSI. D'altra parte i dirigenti (i componenti del nuovo esecutivo) potranno decidere anche della politica del MSI. Sul fatto se Almirante fosse o meno al corrente della manovra di Rauti, illuminante Ë il fatto che ai rautiani rientrati vengono immediatamente assegnati incarichi di rilievo all'interno del MSI : Rauti ha la direzione del settore Iniziative sociali e di pubblica opinione.

31/12/1969 - In occasione del capodanno, che trascorre a Venezia in casa di Giancarlo Vianello presente anche Martino Siciliano, Delfo Zorzi dichiara che gli attentati del 12 dicembre (tutte e 5 le bombe), erano parte di un'operazione pensata a livello molto alto per aiutare l'Italia a difendersi dal comunismo e che gli anarchici arrestati erano dei capri espiatori e non c'entravano nulla. Al contrario gli attentati erano stati organizzati da Mpon.
22 luglio 1970 : attentato al treno Freccia Sud : 7 morti e 139 feriti a Gioia Tauro. Classificato come disastro colposo (dei ferrovieri) ma nel 1995 finir‡ sotto processo un mafioso pentito con due parlamentari ex missini e ora di alleanza nazionale (Aloi e Meduri) pi_ altri esponenti di destra e ‘ndragheta.
8 dicembre 1970 : a Roma vi fu un vero e proprio tentativo di colpo di Stato capeggiato da Julio Valerio Borghese. Le sue truppe sono composte da uomini della destra extra – parlamentare e ovviamente militari di ogni tipo. La ricostruzione storica, politica e giudiziaria ha portato comunque all’acquisizione di alcuni eventi precisi:
1) Borghese stesso, con la collaborazione di altri dirigenti del Fronte Nazionale e di numerosi alti Ufficiali delle Forze Armate e funzionari di diversi Ministeri, aveva predisposto un piano, che prevedeva l'intervento di gruppi armati su diversi obiettivi di alta importanza strategica; sin dal 4 luglio 1970 era stata costituita una "Giunta nazionale". Avrebbero dovuto essere occupati il Ministero degli Interni, il Ministero della Difesa, la sede della televisione e gli impianti telefonici e di radiocomunicazione; gli oppositori (e cioË gli esponenti politici dei diversi partiti rappresentanti in Parlamento), avrebbero dovuto essere arrestati e deportati. Il Principe Borghese avrebbe quindi letto in televisione un proclama, cui sarebbe seguito l'intervento delle Forze Armate a definitivo sostegno dell'insurrezione.
2) Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970 il piano comincia ad essere attuato, con la concentrazione a Roma di alcune centinaia di congiurati e con iniziative analoghe in diverse citt‡: militanti di Avanguardia Nazionale, comandati da Stefano Delle Chiaie e con la complicit‡ di funzionari, entrano nel Ministero degli Interni e si impossessano di armi e munizioni che vengono distribuite ai congiurati. Un secondo gruppo di militanti si riunisce in una palestra, in via Eleniana, ove attende la distribuzione delle armi, che dovr‡ avvenire a seguito dell'ordine di Sandro Saccucci (un tenente dei paracadutisti stretto collaboratore di Borghese) e a opera del gen. Ricci tra le persone radunate, in parte gi‡ in armi, vi sono anche ufficiali dei Carabinieri. Lo stesso Saccucci (che avrebbe dovuto assumere il comando del SID) dirige personalmente un altro gruppo di congiurati, con il compito di arrestare uomini politici. Il gen. Casero e il col. Lo Vecchio (i quali garantiscono di avere l'appoggio del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, gen. Fanali) dovrebbero invece occupare il Ministero della Difesa.
Il magg. Berti, gi‡ condannato per apologia di collaborazionismo e ciÚ nonostante giunto ad alti gradi del Corpo forestale dello Stato, conduce una colonna di allievi della Guardia forestale, proveniente da Citt‡ducale presso Rieti, che attraversa Roma e va ad attestarsi non lontano dagli studi RAI-TV di via Teulada. Il col. Spiazzi (di cui si Ë gi‡ chiarito il ruolo nei Nuclei per la difesa dello Stato) muove con il suo reparto verso i sobborghi di Milano, con l'obiettivo di occupare Sesto San Giovanni, in esecuzione di un piano di mobilitazione reso operativo da una parola d'ordine. L'insurrezione, gi‡ in fase di avanzata esecuzione, fu improvvisamente interrotta. Fu Borghese in persona a impartire il contrordine; ne sono tuttora ignote le ragioni, giacchÈ Borghese rifiutÚ di spiegarle persino ai suoi pi_ fidati collaboratori.
A Venezia, di civili e militari, d'innanzi al comando della Marina militare; a Verona di civili e militari; in Toscana e Umbria, dove i militanti erano stati dotati ciascuno di un'arma lunga e di una corta e gli obiettivi assegnati; a Reggio Calabria, ove avrebbe dovuto aver luogo la distribuzione di divise dei Carabinieri.
Tutte queste azioni perÚ vennero interrotte quando Borghese ricevette una telefonata da un Ministero di cu ancora oggi non si sa quale e chi fosse stato a farla.
Alla luce di questi avvenimenti Ë facile intuire come l’intero apparato Statale e servizi segreti fossero a conoscenza di quanto stesse accadendo e di come avessero monitorato gi‡ da tempo i vari protagonisti. Tutto ciÚ apparve in una delle memorie inviate, per ordine del Ministro della Difesa, Giulio Andreotti, nel settembre 1974, dai servizi segreti alle autorit‡ giudiziarie. Solo con l’omicidio Pecorelli (21 marzo 1979) si accertÚ come solo una parte delle informazioni dei Servizi fu messa a disposizione dei giudici, mentre tutti i dati relativi al coinvolgimento materiale di Servizi italiani e stranieri, Forze Armate, Politici e Governo fossero state soppresse.
Junio Valerio Borghese (Il principe nero): Nella seconda guerra mondiale fu pluridecorato per le azioni svolte contro la flotta inglese ad Alessandria, Malta e Gibilterra. Nei 18 mesi della Repubblica Sociale Ë stato il comandante della Decima Mas (rastrellamenti, massacri di partigiani e popolazione civile, fianco a fianco con le SS: 800 omicidi, secondo la sentenza pronunciata nel 1949 dalla Corte Speciale d’Assise), condannato come criminale di guerra nel 1946, rimesso in libert‡ dall’ammistia di Togliatti il 18 febbraio 1949. Borghese fu quindi uno dei primi presidenti del MSI. Nonostante questo cercÚ sempre di dimostrare che i suoi con il movimento sociale fossero del tutto autonomi spalleggiando a volte uno a volte gli altri infiniti gruppi della destra extra parlamentare. Nel 1967 Borghese fonda il Fronte Nazionale con i soci del Circolo dei Selvatici (Roma, via dell’Anima 55). Il circolo era stato sino ad allora la copertura culturale del Fronte Grioverde, un’associazione che comprendeva, come ancora oggi il Fronte Nazionale, ex ufficiali della Decima Mas, della Monterosa e della Etnea, pi_ altri, in pensione e in servizio, di armi e corpi diversi. Altri fattori molto importanti nella vita di Borghese sono la sua capacit‡ di avere rapporti con i gruppi della destra extra parlamentare attraverso il Fronte Nazionale (Ordine Nuovo di Pino Rauti; Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie) questo perchÈ era considerato un uomo d’azione o pi_ semplice un vero boia diremmo noi. Rapporti molto importanti li aveva anche con il MSI infatti Borghese era uno dei principali finanziatori del loro giornale “Il secolo d’Italia”. Per lo stesso motivo e per le sue nobili origini ha ottimi rapporti con i colonnelli greci. Gode in oltre di rapporti con industriali di Milano, Genova (12 aprile 1969: riunione con i figli di un grosso armatore, un dirigente dell’IMI, tale Fedelini. 9 giugno 1969: riunione con l’armatore Roberto Cao di San Marco e un importante petroliere della Val Polcevera) , La Spezia, Livorno e, tramite il principe Filippo Orsini, ex assistente al soglio pontificio, con il Vaticano. Non vanno scordati i rapporti con uomini molto importanti della finanza e dell’industria americana e inglese. Il suo attivismo nei fascisti reduci dalla seconda guerra mondiale, basti pensare al discorso che lesse ai reduci di El Alamein nella manifestazione del 23 ottobre 1969, che riscosse numerosi applausi sia dai reduci che dagli ufficiali italiani presenti, l’accusa di tradimento al governo italiano per la questione del Trentino Alto Adige, gli fecero ottenere in poco tempo numerosi sostenitori nell’esercito anche ad alti livelli. Inoltre non c’Ë da scordarsi che il suo forte legame ed influenza con la Marina italiana gli permise di ottenere a La Spezia un magazzino militare pieno di carri armati in grado ancora di funzionare.
Dopo tutto ciÚ Ë facile capire come se in Italia c’Ë stata un persona che, silenziosa, spettrale, muovendosi discretamente dietro le quinte, sembra tenere in mano i fili della complessa ragnatela che collega destra parlamentare ed extra – parlamentare; militari, attentati, tentativi di golpe; finanziamenti dagli industriali, rapporti coi servizi segreti italiani e stranieri, sia proprio Julio Valerio Borghese detto il principe nero.


12/12/1970 - Manifestazione a Milano contro la "strage di stato"; un candelotto lacrimogeno della polizia uccide lo studente Enzo Santarelli.

20/3/1971 - Il giudice istruttore di Roma rinvia a giudizio gli anarchici del circolo 22 Marzo per gli attentati di Milano e Roma. P. Valpreda, M.Merlino, E.Borghese e R.Gargamelli sono accusati della strage di piazza fontana e reati connessi, E. Bagnoli e E.Di Cola di partecipazione ad associazione per delinquere; O. Della Salvia di detenzione di esplosivo; R. Torri, E. Lovati, M. Valpreda e O. Torri (tutte parenti di Valpreda) di falsa testimonianza; prosciolto Roberto Mander perchË minorenne al momento ei fatti.

13/4/1971 - Il giudice di Treviso Giancarlo Stiz emette mandati di cattura contro 3 neofascisti (Freda, Ventura, Aldo Trinco) fra l'altro per gli attentati dell'aprile - agosto 1969.

Febbraio 1972 - Inizia a Roma il processo contro Valpreda; il 6 marzo viene bloccato con il pretesto del trasferimento a Milano "per competenza". Sempre in febbraio un episodio significativo quanto gelosamente nascosto : lo scioglimento dell'intero comando della Terza Armata, ritenuto completamente "infiltrato" da fascisti irriducibili.

23/02/1972 - Davanti alla Corte d'assise di Roma inizia il processo agli anarchici.Salter‡ all'ottava udienza, il 7 marzo, quando la Corte dichiarer‡ la propria incompetenza per territorio riconoscendo invece quella di Milano, a cui rinvier‡ gli atti. E' stato infatti accertato che il giudice istruttore e il pubblico ministero di Roma si sono illecitamente appropriati dell'inchiesta declassando la mancata esplosione dell'ordigno in una banca di Milano (ultimo della serie e determinante per l'assegnazione della competenza) in semplice detenzione e trasporto illegale di esplosivo anzichË attribuirgli il reato di strage.

4/3/1972 - Stiz fa arrestare Pino Rauti con l'accusa d'essere coinvolto nell'attivit‡ eversiva di Freda e Ventura.

21/03/1972 - Stiz invia a Treviso gli atti sui fascisti Freda e Ventura al suo collega milanese D'Ambrosio (che il 24 aprile scarcerer‡ Rauti); il 28 agosto contro i due vengono emessi mandati di cattura per strage. Dunque ci sono ora 2 diverse (e politicamente opposte) indagini.

13/10/1972 - "Per motivi di ordine pubblico" (ovvero la campagna della sinistra contro i fascisti) il processo Ë strappato al giudice milanese dalla Corte di Cassazione e va a Catanzaro.

30/12/1972 - Valpreda e glia latri anarchici sono rimessi in libert‡.

15/1/1973 - Marco Pozzan, fedelissimo di Freda, viene fatto espatriare dal Sid.

7/4/1973 - Preso sul fatto il fascista Nico Azzi (la bomba gli scoppia fra le gambe)mentre prepara un attentato sul treno Genova - Roma, rivendicata con volantini e quotidiani della sinistra extra - parlamentare che aveva addosso; pi_ chiaro di cosÏ il meccanismo della provocazione.
18/03/1974 - Nello stesso giorno inizia a Catanzaro la seconda fase del "processo Valpreda" mentre da Milano arriva il rinvio a giudizio per Freda e Ventura.

18/4/1974 - Ancora la corte di cassazione strappa l'inchiesta "Freda-Ventura" al giudice D'Ambrosio e l'unifica al processo di Catanzaro.

28 maggio 1974 : in piazza della Loggia a Brescia scoppia una bomba durante una manifestazione anti-fascista: 8 morti e quasi 100 feriti. Tutte le tracce portano ai fascisti eppure nessuna sentenza li trover‡ colpevoli. Due giorni dopo vicino Rieti si scoprir‡ casualmente (nella sparatoria rimane ucciso il fascista Giancarlo Esposti dei Mar) che si preparava un’altra strage per il 2 giugno

La strage dell’Italicus : Era l’una e venti della notte tra il 3 e il 4 agosto 1974. Il treno Roma – Monaco, Italicus, era nei pressi della galleria di S. Benedetto val di Sambro quando una tremenda esplosione polverizzÚ il quinto vagone. 12 morti e 48 feriti furono il triste bilancio, ma sicurame,nte sarebbero stati di pi_ visto che il timer era stato regolato per esplodere in galleria. La strage pi_ preannunciata d’Italia si era compiuta.
Fin dall’8 luglio, infatti, il capo della polizia, Zanda Loy, aveva diramato a tutti i dirigenti dei commissariati di polizia ferroviaria un telegramma nel quale diceva: <> (Ministero degli Interni. Direzione generale pubblica sicurezza. Telegramma n. 300/51320/86.E.6. Atti dell’istruttoria del giudice Vella, fascicolo 5/20).
Poi, improvvisamente ed immotivatamente, lo stesso ministero degli interni aveva disposto la sospensione di ogni misura cautelativa. Nei periodi precedenti si erano diffuse informazioni vaghe su possibili attentati ferroviari fra le questure di varie citt‡ d’Italia, in particolare a Roma, Bari e nel Veneto.(Promemoria del giudice istruttore Vella al procuratore generale Bonfiglio. Atti dell’istruttoria, fascicolo 51/143). In questa atmosfera di precognizioni, la mattina del 31 luglio, la signorina Claudia Ajello, impiegata a Roma presso l’ufficio periferico del Sid alle dipendenze del colonnello Marzollo, scende in strada e, da un telefono pubblico sito in un banco lotto, dice a interlocutori ignoti:<< Le bombe sono pronte…il treno arriva a Bologna…c’Ë una macchina che ti porter‡ a Mestre…state tranquilli, i passaporti sono pronti…passerete il confine…state tranquilli!>> (Interrogatorio di Rosa Carosi, dinanzi al giudice Vella, del 7 novembre 1974).
La telefonata Ë uscita distintamente dalle tre persone presenti in quel momento nel locale, le due impiegate del banco lotto e un cliente, i quali, dopo l’uscita dell’Ajello, commenteranno sgomenti l’accaduto.
Nel frattempo la personalit‡ dell’Ajello assumeva contorni pi_ netti: il padre, colonnello dei carabinieri, all’epoca della morte, avvenuta nel 1971, era consulente “tecnico” presso la commissione interparlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia. La madre , cittadina greca, era da tempo utilizzata dal Sid per operazioni di controspionaggio (Appunto interno del Sid datato 19 novembre 1974, inviato al giudice Vella il 4 luglio 1977). La figlia Claudia, ufficialmente assunta il 1_ luglio 1974 come traduttrice – interprete, in realt‡ collaborava con il servizio fin dal 1967, quando vi era stata introdotta da un amico di famiglia, il maggiore dei carabinieri Domenico Monti, che all’epoca aveva il delicato incarico di segretario del Raggruppamento centri controspionaggio di Roma (Corte d’Assise di Bologna. Interrogatorio del maggiore Antonio Lo Stumbo del 6 maggio 1982). Come al solito il Sid cerca di uscirne pulito mandando materiale utile alla magistratura, ma molte parti sono omesse con la frase “operazioni di controspionaggio”. Nonostante questo appaiono note importanti: all’inizio della carriera dell’Ajello era la madre, e a volte anche il padre, che si occupava delle azioni della R/C (= raggruppamento centri di controspionaggio) per “monitorare” gli esuli greci, visto che era greca per nascita. Con il passare del tempo e dell’ascesa dell’Ajello, la figlia sostituisce la madre e non solo frequenta i luoghi degli esuli, ma ne stringe anche rapporti personali e inoltre frequenta numerosi ambienti marxisti della Capitale. Le sue azioni e quelle della sua famiglia sono perÚ coperte appunto dalla frase “operazioni di controspionaggio”, come probabilmente anche la telefonata che ha fatto dal banco del lotto.
Nelle indagini giudiziarie (ormai giunte al ‘76-’77) ricompare ancora una volta l’organizzazione Loggia massonica P2 che per il Sid Ë composta da aria e non da persone, infatti dicono ai magistrati che loro non hanno nessuna informazione a riguarda perchÈ non hanno mai indagato su questa organizzazione. Risposta prevedibile visto che la commissione parlamentare sulla Loggia P2 aveva appurato che il suo capo Licio Gelli era da tempo un agente informatore del Sid con il nome di copertura “Filippo”. Inoltre il Sid continua a mantenere segrete le informazione coperte con il nome di “operazioni di controspionaggio”, anche quando il giudice istruttore Vella le richiede pi_ volte. A questo punto il Sid le dichiara segreto di Stato e solo il presidente del Consiglio puÚ renderle a questo punto disponibili, ma non lo fa. Per la cronaca il presidente all’epoca era Spadolini e ormai siamo arrivati al 1982.
Una volta di pi_ lo Stato non fa niente per rendere tutto pi_ chiaro, ma anzi ancora una volta dimostra di essere colpevole lui come tutti i suoi apparati ad incominciare dai servizi segreti.

27/01/1975 - Inizia il processo "unificato (cioË ad anarchici e fascisti) di Catanzaro. Salter‡ alla sesta udienza, con la motivazione che manca una terza componente degli imputati, quelli che fanno capo al Sid (Servizio Informazioni Difesa) per i quali Ë ancora in corso l'istruttoria a Catanzaro. La Cassazione confermer‡ la legittimit‡ della sospensione del processo. Sar‡ la terza volta che fallir‡ il tentativo di celebrare il processo per la strage di piazza Fontana di Milano.
31/7/1976 - Il giudice istruttore di Catanzaro, concludendo l'inchiesta-stralcio sul coinvolgimento del Sid trasferita da Milano al tribunale calabrese, rinvia a giudizio otto imputati: Guido Giannettini per concorso nella strage di Piazza Fontana e altri reati (gi‡ contestati a Freda, Ventura, Pozzan, all'anarchico Valpreda e ad alcuni suoi compagni), Massimiliano Fachini e Pietro Loredan per partecipazione ad associazione sovversiva, Stefano Serpieri e Gaetano Tanzilli per falsa testimonianza; Claudio Mutti, Gianadelio Maletti e Labruna Antonio per favoreggiamento.

23/11/1977 - Il vice Procuratore generale della magistratura militare generale Saverio Malizia viene arrestato in aula per falsa testimonianza durante la sua deposizione davanti alla Corte d'assise di Catanzaro.Processato per direttissima sar‡ condannato a un anno di reclusione. Al processo d'appello, a Potenza, verr‡ successivamente assolto.

13/1/1979 - Il fascista G. Ventura, sottoposto all'obbligo di soggiorno a Catanzaro durante il processo fugge dalla propria abitazione. Nell'agosto del 1979 sarà arrestato in Argentina, a La Plata, 50 Km da Buenos Aires, ma non verr‡ mai estradato in Italia. La fuga avviene cento giorni dopo quella di F.Freda (scappato in Costarica), si avvale della collaborazione della moglie di Ventura Pierangela Baietto, del fratello Luigi e della sorella Mariangela. L'evaso raggiunger‡ in auto Milano, da dove espatrier‡. In Argentina sarà condannato a 3 anni per l'uso di un documento falso, intestato al suocero defunto Mario Baietto. In seguito alla fuga di Ventuar, e di Freda prima, il capo della polizia Giuseppe Parlato Ë costretto alle dimissioni. Pi_ avanti negli anni il direttore del Sisde generale Giulio Grassini dir che per il rintraccio dei fuggitivi Ë stata chiesta la collaborazione di Licio Gelli; a sua volta il direttore del Sismi Giuseppe Santovito affermer‡ che per lo stesso motivo sensibilizzÚ Francesco Pazienza. Grassini, Gelli, Santovito e Pazienza sono massoni.

23/02/1979 - La Corte d'assise di Catanzaro pronuncia la sentenza : Franco Freda, Giovanni Ventura e Guido Giannettini sono condannati all'ergastolo (Giannettini Ë fascista ma anche uomo dei servizi segreti); Angelo Ventura, Giancarlo Marchesin, Franco Comacchio e Ruggero Pan per porto abusivo d'armi; Gaetano Tanzilli per falsa testimonianza; Gianadelio Maletti e Antonio Labruna per falsit‡ ideologica; Pietro Valpreda e gli altri imputati anarchici (se pure assolti per il reato di strage) insieme a Mario Merlino vengono condannati per associazione per delinquere. Marco Pozzan Ë amnistiato.
2 agosto 1980, ore 10, 25: una carica esplosiva di enorme potenza disintegra sala d’aspetto di seconda classe e ristorante della stazione di Bologna gremiti di viaggiatori. Solo le SS tedesche durante l’ultima guerra mondiale hanno fatto di pi_. Le indagini si indirizzano subito sulla pista dell’eversione nera anche se proprio per questo furono subito depistate. In merito a ciÚ Ë bene ricordare le dichiarazioni del giudice Tamburino dove affermando che “ il fenomeno della conflittualit‡”che si verifica all’interno della magistratura, “il coinvolgimento di non pochi magistrati”, la “catena si soppressioni che si indirizzano a rendere impossibili i processi” (uccisioni di testimoni, di imputati, di giudici, latitanze che durano anni, evasioni spesso facilitate, sparizioni di prove, di documenti, di interi fascicoli) e infine la presenza dell’apparato statale all’interno dei processi. Una serie di sventurate coincidenze? “Noi rispondiamo, sul piano della logica, che nessuno Ë capace di credere al caso quando un fenomeno si verifica con regolarit‡ ”. Altro dato importante che denota l’impedimento delle regolari indagini Ë il richiamo e la completa estromissioni dalle indagini del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Molti giudici, suoi amici, chiesero informazioni e prove che non arrivavano, direttamente a lui provocando un innervosimento del suo comando che lo richiamÚ. Inoltre lui stesso volle dar un’occhiata alle indagini, ma non gli fu permesso; infine il suo stesso comando non lo chiamÚ mai per le riunioni svoltasi dagli alti vertici sul problema del terrorismo. Gli omicidi dei testimoni – il 13 aprile 1981 viene ucciso da Pierluigi Concutelli in carcere Ermanno Buzzi gi‡ coinvolto nella strage di Brescia che adesso si dimostra collaborativo con la magistratura per la strage di Bologna. Il 10 agosto 1982 muore in carcere Carmine “ Carmelo” Palladino, fascista di Avanguardia Nazionale e stretto collaboratore di Stefano delle Chiaie. Anche lui ucciso per aver dimostrato di essere disponibile a collaborare con la magistratura bolognese. CiÚ che sconvolge della vicenda Ë il fatto che Palladino fu inspiegabilmente trasferito al carcere di Novara dove gi‡ era stato ucciso Buzzi, Freda era stato accoltellato, ma non morÏ, ed inoltre dove ormai risiedeva da tempo l’assassino Pierluigi Concutelli che a differenza di molti giudici era a conoscenza della volont‡ dei due fascisti di voler collaborare. Il 5 maggio del 1982 muore Giorgio Vale suicida con un colpo alla testa nel momento in cui gli agenti attaccano a raffiche di mitra il suo rifugio in via Decio Mure, nel quartiere Tuscolano tutto cio secondo la versione ufficiale. Il motivo dell’accaduto? Semplice i magistrati bolognesi avrebbero voluto interrogare. Quarto morto: Pierluigi Pagliai. Catturato ferito in Bolivia e trasportato in Italia, arriver‡ morto. La natura toglier‡ di mezzo un quinto testimone prezioso: il generale Giuseppe Santovito, capo del SISMI morto di cirrosi epatica nel suo letto, a Firenze, il 5 febbraio 1982, mentre si trovava agli arresti domiciliari. Morto in tempo per non essere interrogato dai giudici di Bologna. Nel corso di quasi 5 anni di indagini numerosi neofascisti entrano ed escono dall’istruttoria; praticamente tutto il Gotha dell’eversione nera: da Giusva Fioravanti e Francesca Mambro (per essere successivamente gli unici colpevoli come esecutori materiali, ma non i mandanti) a Stefano delle Chiaie, Dario Perdetti, Sergio Calore, eccetera. Ma di fatto l’istruttoria non riesce trovare uno sbocco. L’ultimo colpo l’ha ricevuto all’inizio di gennaio 1985. Il tribunale del riesame di Bologna, investito di un conflitto tra la Procura e l’ufficio istruzione, ha dato torto al pubblico ministero, ridimensionando drasticamente l’ipotesi di accusa. A quattro anni e mezzo dall’orrenda strage l’inchiesta praticamente riparte quasi da zero. Secondo la sentenza emessa dal Tribunale del riesame, il disegno dai sostituti procuratori Libero Mancuso e Attilio Cardani, che conducono l’inchiesta, er carente, non supportato da sufficienti prove. In estrema sintesi questo disegno afferma che la strage del 2 agosto 1980 Ë stata progettata dalla cellula nera veneta in stretta collaborazione con esponenti dell’eversione di destra romani, con coperture dei servizi segreti e della P2. La procura della Repubblica aveva chiesto ai giudici istruttori l’emissione dei mandati di cattura contro Massimiliano Fachini, Roberto Rinani, Paolo Signorelli, Adriano Tilgher, Maurizio Giorni e Fabrizio Ballan, tutti elementi di estrema destra legati in qualche modo alle due cellule nere di Padova e di Roma e, secondo l’accusa, componenti di una sorta di direzione strategica dell’eversione di destra. L’Ufficio istruzione perÚ ha emesso soltanto due mandati di cattura per concorso in strage contro Massimiliano Fachini e Roberto Rinani. Di fronte anche alla negazione degli altri provvedimenti la procura della Repubblica ha impugnato l’ordinanza. Ma come si Ë visto la sentenza del Tribunale del riesame sostiene che la richiesta dell’accusa non Ë sufficientemente motivata. Per spiegare il loro diniego, che riporta tutto quasi tutto nel buio, i giudici hanno scritto ben 117 pagine di motivazione. Proprio nel momento in cui i legami fra eversione di destra, P2, servizi segreti e vari poteri occulti vengono alla luce, l’inchiesta sulla strage di Bologna cade di nuovo fragorasemente.


20/03/1981 - La Corte d'appello di Catanzaro pronuncia la sentenza riformando radicalmente quella di primo grado. Giannettini, condannato all'ergastolo, Ë assolto; Freda e Giovanni Ventura, anch'essi condannati all'ergastolo, sono condannati solo per associazione sovversiva; Tanzilli assolto, pene ridotte a Maletti e Labruna condannati solo per favoreggiamento. Confermate le condanne per gli altri neofascisti e per gli anarchici.

11/6/1982 - La corte di cassazione annulla la sentenza d'appello e dispone un nuovo processo a Bari (escludendo solo Giannettini) il quale decreter‡ - il 1 agosto 1985 - l'assoluzione definitiva per tutti gli imputati e ridurr‡ ancora le pene a Maletti e La Bruna.

27/1/1987 - La prima sezione della cassazione, presieduta da Corrado Carnevale respinge i ricorsi e conferma la sentenza barese d'assoluzione per piazza fontana.
Nel 1988 - Il giudice milanese Salvini, durante le indagini sul gruppo fascista "La Fenice", trova elementi che sembrano portare verso la strage di Piazza Fontana; inizia un lavoro di controllo anche su carta e bobinedei servizi segreti.Nel gennaio del 1989 apre una nuova inchiesta, che arriva a conoscenza dei giornalisti solo nel novembre del 1991.

25/07/1989 - Conclusa un'ulteriore istruttoria sulla strage e reati connessi, al termine della quale il giudice istruttore di Catanzaro ha rinviato a giudizio con l'accusa di strage Massimiliano Fachini e Stefano Delle Chiaie, la Corte d'assise di Catanzaro pronuncia la sentenza al termine del relativo processo di primo grado. Entrambi gli imputati vengono assolti.

3/8/1990 - Alla commissione parlamentare sulle stragi Andreotti nega tutto anche che rudolph stone, capo della Cia in Italia, fosse iscritto alla loggia P2 con il numero di tessera 2183, fascicolo 0899, come invece Ë noto. P2 (Loggia Propaganda Due)
Dirigente: Il "Venerabile Maestro" Licio Gelli
Loggia Massonica segreta che tentÚ, tra il 1965 e il 1981, di condizionare i processi politici italiani attraverso la penetrazione di persone di fiducia all'interno della magistratura, del Parlamento, dell'esercito e della stampa.Il progetto della Loggia P2 fu esplicitato nel "Piano di rinascita democratica", sequestrato alla figlia di Licio Gelli nel luglio 1982: "L'obiettivo deve essere, nei partiti, nella stampa e nel sindacato, quello del controllo delle persone che in ogni formazione o in ogni giornale siano ritenute sintoniche con gli obiettivi del "Piano" e della creazione di strutture (formazioni politiche e giornali) che se ne facciano strumento di realizzazione. Per il sindacato in particolare, deve essere prioritario l'obiettivo della scissione dell'unit‡ sindacale per poi consentire la riunificazione con i sindacati autonomi di quelle componenti confederali sensibili all'attuazione del Piano". Come ha sottolineato la Commissione Stragi: "il risultato finale di tutta l'operazione avrebbe dovuto restituire una magistratura pi_ controllata (con la diversa regolamentazione degli accessi e delle carriere) e meno autonoma (con la modifica del C.S.M.); un Pubblico Ministero separato e legato alla responsabilit‡ politica del Ministro di giustizia; un Governo il cui presidente viene eletto dalla Camera, libero da condizionamenti del Parlamento e i cui decreti non sono emendabili; un sistema della rappresentanza congelato con elezioni a scadenza rigida e simultanee per il Parlamento ed i consigli regionali e comunali; un Parlamento profondamente modificato e ridimensionato nella composizione e nelle funzioni; una Corte costituzionale ricondotta in argini pi_ ristretti attraverso il divieto delle sentenze cosiddette additive; una amministrazione forte nei suoi apparati da contrapporre alla fragilit‡ del controllo politico esercitato su di essa, una struttura sociale pi_ rigida e meritocratica, una stampa pi_ controllata, un'economia libera da eccessivi condizionamenti". Questo infine il giudizio espresso dalla Commissione stessa sulla democraticit‡ della P2: "Gli obiettivi del "Piano" ben potrebbero considerarsi rientranti nel programma politico di un partito conservatore, soprattutto oggi che almeno parte di essi sono nel dibattito politico oggetto di una condivisione abbastanza ampia. Ma Ë l'analisi dei mezzi (e non dei fini) ad escludere il carattere democratico del Piano, affidato ad un'operazione occulta degli affiliati all'interno delle istituzioni, dei movimenti politici, del sistema dell'informazione e dell'economia. D'altro canto tutta la storia della P2 dimostra un tentativo di occupazione del potere e si realizza attraverso la distribuzione di uomini "propri" in ogni posto di responsabilit‡ e se questo Ë nella logica storicamente consolidata della massoneria di tutte le "fratellanze" di qualsiasi matrice, nella P2 si fonde con lo sforzo di realizzazione di un progetto politico e di un assetto istituzionale che stravolge radicalmente quello esistente impossessandosene da dentro e violandone i suoi principi fondamentali". Tra gli iscritti alla Loggia P2 figurarono: i generali dell'Arma dei carabinieri Vito Miceli, Giovambattista Palumbo, Pietro Musumeci, Giuseppe Siracusano, Giovanni Allavena, Franco Picchioni e Giulio Grassini; i colonnelli Antonio Labruna e Manlio Del Gaudio; il generale dell'esercito Giuseppe Santovito; i magistrati Giuseppe Croce e Giovanni Palaia, (membri del CSM); il prefetto Walter Pelosi, i giornalisti Maurizio Costanzo, Franco Di Bella, (direttore del Corriere della Sera), Roberto Gervaso, Gustavo Selva e Paolo Mosca (gi‡ direttore della Domenica del Corriere); i politici Angelo De Carolis, Mario Tedeschi ed Enrico Manca; l'editore Angelo Rizzoli; gli imprenditori Pierluigi Accornero, Mario Lebole e Silvio Berlusconi.

05/07/1991 - I giudici di Catanzaro confermano la sentenza d'assoluzione per Fachini e Delle Chiaie che, non venendo impugnata, diverr‡ definitiva.

13/3/1995 - il giudice Salvini rinvia a Giudizio 26 persone (fra loro fascisti come Fachini, giannettini, Delle Chiaie ma anche Gelli e il generale Maletti) per piazza Fontana. Intanto l'ammuffita e impotente "commissione stragi" apprende da Salvini che oltre a Gladio c'erano "36 legionari" con 1500 uomini (Nato, fascisti, militari) pronti ad attentati e golpe; solo un'alzata di sopracciglio e tutto finisce lÏ. Fra segreti, manfrine, false piste e sabbia ogni traccia (anche se suffragata da testimonianze e prove) svanisce perchË la seconda repubblica di cui tanto si parla resta sostanzialmente identica alla prima.
4/10/996 - un pentito del giudice Salvini scopre a Roma, in un deposito sulla via Appia, 150 mila fascicoli non catalogati dal miistero dell'Interno, inizia una nuova farsa e chi si fosse aspettato clamorose novità dal nuovo ministro, l'ex comunista Napolitano, sarebbe restato assai deluso. Tutto muta, nulla cambia.
13/06/1997 - Il giudice per le indagini preliminari di Milano ordina la cattura di Carlo Maria Maggi e di Delfo Zorzi, già appartenenti al Mpon (Movimento Politico Ordine Nuovo) del Veneto, accusandoli della strage di piazza Fontana a Milano. Maggi viene arrestato, Zorzi risulta invece latitante essendo residente in Giappone da molti anni.

18/2/1998 - con 34 rinvii a giudizio si chiude la seconda parte dell'inchiesta Salvini: in 60 mila pagine c'Ë di tutto ma i protagonisti son sempre loro cioË dc, fascisti e Nato/Cia.
08/06/1999 - Il Giudice per le indagini preliminari rinvia a giudizio per la strage di piazza Fontana tre neofascisti: il latitante Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, entrambi già appartenenti al Mpon (Movimento Politico Ordine Nuovo) e Giancarlo Rognoni, gi‡ a capo del gruppo milanese "La Fenice".

Contributo dai compagni di Combat-comunisti per l'organizzazione di classe

Lo stato borghese può dichiarare guerre

e fare stragi, elargire welfare

e pacificazione sociale, può sfruttare, opprimere o rabbonire e corrompere, può cambiare volto, forma, aspetto.

Non può, però, rinunciare alla propria intima essenza coercitiva di strumento di dominio, vera e propria architettura di potere, controllo, comando e subordinazione di classe.


Do you remember

12 dicembre?

Per una risposta di classe adeguata alla crisi.


Lo stato è sempre lo strumento dell’oppressione

di una classe su un’altra.

In regime capitalista è lo strumento dell’oppressione

della minoranza sfruttatrice sulla maggioranza sfruttata.

Nella società comunista è lo strumento dell’oppressione

della maggioranza di sfruttati sulla minoranza degli sfruttatori.

Nella società comunista, pero’, lo stato è uno stato provvisorio,

destinato all’estinzione, appena avrà completamente

soppiantato le ultime resistenze dei padroni.

La differenza tra i due stati è che mentre quello dei padroni

lotta sempre per la sua sopravvivenza,

lo stato dei proletari muore appena possibile,

lasciando il posto alla società che non ha piu’ bisogno di stato,

perché senza classi, libera dallo sfruttamento.




Pinelli e Saltarelli

non sono morti per un governo tecnico.


Cosi’ come nel 1969 il movimento rivoluzionario non chiese alcuna “verità e giustizia” allo stato, oggi non chiediamo nessun “rigore ed equità” al nuovo stato delle cose.

Cosi’ come allora la nostra verità rivoluzionaria era che la strage era di stato, Pinelli era stato assassinato e Valpreda era innocente, oggi la nostra verità rivoluzionaria parla di nuove stragi di stato, di lavoro e di lavoratori, di schiavismo salariato, di devastazione ambientale.

Oggi come ieri non abbiamo da appellarci a nessun istituto del diritto borghese, truffaldino ed antioperaio..

Oggi come ieri, contro le stragi di stato ed i loro servi esecutori fascisti non invochiamo “galere e costituzioni”, riconoscendo nella giustizia proletaria l’unica soluzione strategicamente possibile ed adeguata.

Oggi come ieri, non abbiamo nessuna “luce da fare”, nessuna inchiesta ne’ pista da seguire, nessun servizio “deviato” da denunciare.

Quelli che volevano “fare luce” 42 anni fa, stato-polizia-riformisti, erano quelli che sbattevano le “belve umane” in prima pagina ed i militanti anarchici in prigione o giu’ dal 4° piano della questura Milanese.

Erano quelli che assassinavano il 12 dicembre 1970, con la complicità delle canaglie staliniste del Movimento Studentesco,il compagno Saverio Saltarelli.

Oggi sono quelli che sostengono il governo dello scarnificatore sociale Monti.

Certo, i tempi sono cambiati da allora.

Da una fase ascendente del ciclo produttivo e della lotta di classe siamo ad un passo dalla recessione ed immersi nel lungo riflusso operaio e studentesco.

Ma non possiamo accontentarci di un pur sano e necessario esercizio di memoria di cui in troppi si dimenticano: dobbiamo attualizzare la lezione del 12 dicembre mutuando, adeguando la nostra critica allo stato borghese in critica e lotta contro la forma attuale dell’oppressione di classe.

Nella comprensione delle mutazioni dell’oggi, frutto certo anche delle lotte di classe di quegli anni, noi troviamo la conferma del 12 dicembre come giornata di lotta contro lo stato.

A mutazioni nella forma dell’oppressione NON corrispondono variazioni nella sostanza, cosi’ come NON corrispondono cambiamenti nel nostro obiettivo storico di fondo: fare a meno dell’orpello parassitario e burocratico dello stato, soppiantarlo, liberare energie e ricchezza sociale.

Altro che “equità contro la casta!”.

Questo è il nostro modo di collegarci alle idealità di fondo del 12 dicembre e di quel lungo movimento sovversivo che ne segui’: un movimento reale, segnato da alti e bassi, da molte sconfitte e qualche vittoria, da decine di morti e migliaiia di incarcerati, dall’aspirazione ad una società senza classi, galere e stato che non deve diventare un “sogno” cui rinunciare, che non può ridursi ad un “gabbiano rattrappito, senz’ali, senza piu’ neanche l’intenzione di volare”…..

Noi a questa intenzione non intendiamo rinunciare!



comunisti per l’organizzazione di classe

C O M B A T



sabato 5 marzo 2011

8-9 marzo, Biblioteca Rispoli, Roma: Uno sguardo sull’Iran. Omaggio alla donna nel mondo


L.V., ritratto di Marco Casu, 2010

Siete invitati all'inaugurazione di una mostra, organizzata in collaborazione con l’associazione Alefba, e ad una piccola rassegna di film dal titolo

Uno sguardo sull’Iran. Omaggio alla donna nel mondo.

Esporranno due artiste italo-iraniane, entrambe figlie d’arte, che saranno presenti durante la serata: Leyla Vahedi che espone tele a olio e dipinti su carta e Fatima Riahi con i gioielli in argento del suo Atelier Farì.

I film in programma:

Ten di Abbas Kiarostami (8 marzo ore 20.00 circa) e

Donne senza uomini di Shirin Neshat (9 marzo ore 19,30)

Biblioteca Rispoli
Piazza Grazioli 4, Roma

lunedì 28 febbraio 2011

Rassegna congiunta di cinema iraniano, Biblioteca Villa Leopardi, Biblioteca Rispoli, Roma



Hassan Vahedi, senza titolo, 70X100, 1984


Alla biblioteca Villa Leopardi "Uno sguardo dal basso. Rassegna di film iraniani sull'infanzia"
Alla biblioteca Rispoli "Uno sguardo sull'Iran. Omaggio alla donna nel mondo in occasione della giornata dell'8 marzo"



Giovedì 3 marzo ore 19.30 , Biblioteca Villa Leopardi
-The Accordion, Panahi (9 min)
-God, Construction & destruction, S. Makhmalbaf, episodio di "11'09'01'" (11 min)
-La Ricreazione, Kiarostami (28 min)
-Il Coro, Kiarostami (16 min)
-Il pane e il vicolo
-Due soluzioni per un problema

Lunedì 7 marzo ore 19.30, Biblioteca Villa Leopardi
Offside, Panahi

Martedì 8 marzo ore 20, Biblioteca Rispoli
Ten, Kiarostami

Mercoledì 9 marzo ore 19.30, Biblioteca Rispoli
Donne senza uomini, Neshad

Giovedì 10 marzo ore 19.30, Biblioteca Villa Leopardi
Dov'è la casa del mio amico, Kiarostami

Lunedì 14 marzo ore 19.30, Biblioteca Villa Leopardi
Il silenzio, Makhmalbaf

mercoledì 16 febbraio 2011

venerdi 18 febbraio - a partire dalle 19,


csoa forte prenestino e
coordinamento romano donne verso caracas presentano
la conferenza mondiale delle donne di base
4 all'8 marzo a Caracas.
a partire dalle 19 al pub 12deTutto

:::aperitivo latinAmericA

:::incontro intorno ai temi della conferenza

a seguire reading poetico di e con geraldina colotti

ore 22_ proiezione del docufilm
BAJO JUAREZ, la citta che divora le sue figlie

il ricavato della serata andra a finanziare il viaggio verso caracas

http://conferenzamondialedonne.wordpress.com
conferenzadonne@libero.itIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

mercoledì 9 febbraio 2011

IN MORTE DI FRANCA SALERNO, COMUNISTA RIVOLUZIONARIA.

Non si può
sintetizzare una vita in pochi fatti e gesti, senza rischiare la
retorica o di mancare di rispetto.
Oltre la consuetudine, c'è una
minoranza troppo sensibile per non lottare. Ed anche nella nostra epoca
è così. Nel terrore bianco degli anni '70, nell' odierno bordello,
scardinando ruoli prefissati, sia nella vita che nella militanza, con i
mezzi ritenuti più opportuni.
Spesso si vince, più spesso si perde, il
sistema si vendica.
Franca è stata protagonista di questa dinamica.
E
di una generazione di combattenti che non si accontentò di facili
scorciatoie, per abbellire questo infame regno del capitale, o per
elemosinare qualche sconto di pena, magari come compenso di una spiata.

Perciò dovette subire la collera dello stato, che le strappò 16 anni,
confinandola nelle carceri speciali,
dove la costrinse anche a
partorire. Ed anche la sorte la colpì, portandole via il figlio
Antonio, compagno militante del L.O.A.
Acrobax, ucciso sul lavoro, e
non le risparmiò nemmeno la malattia
che l'ha consumata.
Vogliamo fare
nostra la sua ribellione, che la portò faccia a faccia con il nemico.
Che le regalò la fugace ed intensa libertà di un'evasione, dalla galera
di Pozzuoli, e da una normalità obbediente.


ONORE A
FRANCA SALERNO, NELLA LOTTA E NELLA VITTORIA VIVRAI SEMPRE!!