«Il rimpatrio della prostituta romena, mai registrata all’anagrafe, senza alcun mezzo di sostentamento al di fuori della prostituzione, è un importante passo in avanti nella lotta alle situazioni di clandestinità e di illegalità, nell’ottica di migliorare il rispetto della sicurezza di tutti i romani e le condizioni di vita degli stranieri che vogliono vivere e lavorare onestamente a Roma». Il sindaco Gianni Alemanno commenta favorevolmente l’operazione della questura di Roma, che ha rimpatriato una prostituta romena per motivi di pubblica sicurezza.
Alemanno si congratula con la polizia «per la mirata ed efficace attività di contrasto alla prostituzione portata avanti giorno dopo giorno e che contribuisce a restituire ai romani una città più sicura e vivibile». E lancia un appello al Governo, «perché nel disegno di legge sulla sicurezza pubblica, in questi giorni in esame alla Camera, venga aumentata la pena edittale (quella prevista dalla relativa norma del codice penale, ndr) a non meno di tre anni anche per i cittadini comunitari già rimpatriati o che rientrano in Italia». Allo stato attuale, infatti, «la pena di un anno in caso di reingresso non permette l’arresto facoltativo, e il contrasto alla prostituzione deve essere condotto, invece, con misure efficaci, che permettano alle forze di polizia di operare con incisività senza spreco di soldi né di tempo - aggiunge il sindaco - La possibilità dell’arresto costituirebbe un efficace deterrente».
A questo proposito, il Campidoglio ricorda il bilancio dei primi otto mesi dell’ordinanza anti-prostituzione firmata da Alemanno, che colpisce la prostituzione di strada, con multe anche per i clienti. Complessivamente, in 225 giorni sono state elevate 4.507 multe, di cui
Critica la reazione dell’assessore provinciale alla cultura, Cecilia D’Elia: «È demagogia reputare il rimpatrio di una donna “mai registrata all’anagrafe, senza alcun mezzo di sostentamento al di fuori della prostituzione” un evento che aumenta la sicurezza dei romani, come sostiene il sindaco Alemanno - sottolinea D’Elia - È un provvedimento disumano, frutto di una società che confonde il decoro con la sicurezza, che esclude senza programmare nessun vero percorso di reinserimento». Fabio Sabbatani Schiuma, coordinatore regionale del Movimento per l’Italia, chiede invece di «rispedire a casa i delinquenti romeni e gli zingari di cittadinanza romena che sfruttano i bambini: il sindaco Alemanno passi dalle parole ai fatti e solleciti
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