Gli altri immigrati: "Si è sentito male la sera prima. La polizia l'ha picchiato e aveva la faccia gonfia, i piedi e le mani blu". Il direttore: "E' morto per un arresto cardiocircolatorio". Il Viminale apre un'indagine
di Redazione - 20/03/2009
Un immigrato algerino di 42 anni è morto ieri in una camerata del CIE (Centro identificazione ed espulsione) di Ponte Galeria. Ad accorgersi del decesso dello straniero sono stati gli altri immigrati che hanno avvertito la polizia.
A “certificare” la morte è stata la Croce Rossa sollecita dalla Polizia. Causa della morte sarebbe stato “un arresto cardiocircolatorio” e così è stato scritto sul certificato. Le polemiche però sono esplose non appena si è saputa la notizia, con versioni differenti rispetto a quella ufficiale della Croce Rossa.
Un immigrato presente nel centro, intervistato da Radio Popolare ha però detto che l'immigrato sarebbe stato picchiato. “Quell'uomo la sera prima si è sentito male”, ha detto l'immigrato. “Aveva male allo stomaco ed hanno chiamato la Croce Rossa per vedere cosa c'era, ma la polizia ha fatto dei problemi. La polizia lo ha picchiato, non lo so con cosa, poi lui è tornato in stanza. Oggi lo hanno trovato morto. Aveva la faccia gonfia, i piedi e le mani blu".
A stretto giro è arrivata la replica del direttore del CIE di Ponte Galeria fabio Ciciliano che ha detto che morte dell'algerino sarebbe avvenuta durante la notte, smentendo che sia avvenuta a causa delle percosse. "L'uomo non è stato picchiato dalla polizia”, ha detto Ciciliano. “La causa del decesso è un arresto cardiocircolatorio. L'uomo era un tossicodipendente".
La polizia ha già consegnato una prima informativa di quanto avvenuto al pm della procura di Roma, Vittoria Bonfanti che, come di consuetudine, ha disposto l'autopsia e gli esami tossicologici che saranno effettuati al policlinico Gemelli.
Dopo le richieste di chiarezza giunte dal presidente del consiglio regionale del Lazio Nieri, dal segretario cittadino del PD, Milana, e dal deputato PD – Radicali Rita Bernardini, nella serata di ieri il ministero dell'Interno ha disposto un'indagine amministrativa per chiarire le circostanze e i fatti avvenuti anche in relazione al rispetto delle regole cui è tenuto il gestore del centro.
"Si tratta”, spiega il Viminale, “di una prassi doverosa già attuata in altre tragiche circostanze, nel rispetto dell'autonoma valutazione dell'autorità giudiziaria".
A “certificare” la morte è stata la Croce Rossa sollecita dalla Polizia. Causa della morte sarebbe stato “un arresto cardiocircolatorio” e così è stato scritto sul certificato. Le polemiche però sono esplose non appena si è saputa la notizia, con versioni differenti rispetto a quella ufficiale della Croce Rossa.
Un immigrato presente nel centro, intervistato da Radio Popolare ha però detto che l'immigrato sarebbe stato picchiato. “Quell'uomo la sera prima si è sentito male”, ha detto l'immigrato. “Aveva male allo stomaco ed hanno chiamato la Croce Rossa per vedere cosa c'era, ma la polizia ha fatto dei problemi. La polizia lo ha picchiato, non lo so con cosa, poi lui è tornato in stanza. Oggi lo hanno trovato morto. Aveva la faccia gonfia, i piedi e le mani blu".
A stretto giro è arrivata la replica del direttore del CIE di Ponte Galeria fabio Ciciliano che ha detto che morte dell'algerino sarebbe avvenuta durante la notte, smentendo che sia avvenuta a causa delle percosse. "L'uomo non è stato picchiato dalla polizia”, ha detto Ciciliano. “La causa del decesso è un arresto cardiocircolatorio. L'uomo era un tossicodipendente".
La polizia ha già consegnato una prima informativa di quanto avvenuto al pm della procura di Roma, Vittoria Bonfanti che, come di consuetudine, ha disposto l'autopsia e gli esami tossicologici che saranno effettuati al policlinico Gemelli.
Dopo le richieste di chiarezza giunte dal presidente del consiglio regionale del Lazio Nieri, dal segretario cittadino del PD, Milana, e dal deputato PD – Radicali Rita Bernardini, nella serata di ieri il ministero dell'Interno ha disposto un'indagine amministrativa per chiarire le circostanze e i fatti avvenuti anche in relazione al rispetto delle regole cui è tenuto il gestore del centro.
"Si tratta”, spiega il Viminale, “di una prassi doverosa già attuata in altre tragiche circostanze, nel rispetto dell'autonoma valutazione dell'autorità giudiziaria".
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